Ombre su Gates La fondazione investe in smog

da New York

Con una mano Bill Gates distribuisce vaccini e aiuta a combattere malattie devastanti che tormentano l'Africa. Ma con l’altra finanzia società che contribuiscono, con l’inquinamento o con alti prezzi dei farmaci, a creare i problemi che la fondazione del più celebre filantropo al mondo cerca di contrastare.
Spuntano ombre sulla Bill & Melinda Gates Foundation, il gigante della beneficenza che con 35 miliardi di patrimonio del fondatore della Microsoft e altri 31 miliardi in arrivo da Warren Buffett, il secondo uomo più ricco del mondo, conta su un patrimonio superiore al Prodotto interno lordo del 70% dei paesi del mondo. Una lunga e documentatissima inchiesta a puntate del Los Angeles Times solleva dubbi sulle modalità con cui viene gestita l’enorme potenza finanziaria della fondazione.
La Gates Foundation, secondo l’inchiesta, ha per esempio riversato 218 milioni di dollari in vaccini contro la polio e il morbillo in varie parti del mondo, compreso il Delta del Niger. Nello stesso tempo, però, ha investito 423 milioni di dollari in società che il quotidiano accusa di essere tra i maggiori responsabili delle malattie respiratorie che affliggono i bambini dell'area: Royal Dutch Shell, Eni, Exxon Mobil, Chevron e Total. Proprio un impianto gestito dall'ente petrolifero italiano a Ebocha, in Nigeria, è finito al centro dell'attenzione del Los Angeles Times, che ha raccontato la vicenda di Justice Eta, un bambino di 14 mesi che ha ricevuto i vaccini pagati da Gates. Justice non avrà la polio o il morbillo, ma come molti altri bambini del suo villaggio è afflitto da quella che la gente del posto chiama «la tosse», una difficoltà respiratoria che i medici locali attribuiscono ai fumi e alla fuliggine espulsi ogni giorno dalla torre di un impianto dell'Eni le cui fiamme illuminano costantemente Ebocha.
Come gran parte degli enti che si dedicano negli Usa a opere di filantropia, la Gates Foundation dona ogni anno almeno il 5% del proprio patrimonio, per evitare eccessi di tassazione: una percentuale che nel 2005 è risultata pari a 1,4 miliardi di dollari. Il restante 95% del patrimonio viene invece investito e la struttura creata dai Gates prevede ampia autonomia per i manager degli investimenti, che operano in una realtà separata rispetto a chi si occupa di distribuire i fondi. Secondo l'inchiesta, la Gates Foundation ha scelto di fare investimenti «alla cieca», senza cioè coinvolgersi nelle decisioni e nelle strategie delle società nelle quali riversa centinaia di milioni di dollari. Il risultato è che Gates il filantropo ora si trova a sostenere finanziariamente società che figurano nelle liste dei peggiori inquinatori, come Dow Chemical e Tyco International, i maggiori enti petroliferi al mondo e società farmaceutiche accusate di mantenere troppo alti i prezzi dei prodotti contro l'Aids.
Gates contribuirebbe così ad attività ritenute responsabili di diffondere la malaria, il colera, patologie respiratorie.

Monica Harrington, uno dei manager della società di investimenti che gestisce il patrimonio dei Gates, ha difeso la scelta di mantenere separate le attività di beneficenza dalle iniziative per far fruttare il patrimonio. Ma altri colossi della filantropia, tra cui la Ford Foundation, hanno imboccato strade diverse, scegliendo di avere voce in capitolo nelle società in cui investono e considerando anche il loro impatto sull'ambiente.

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