Omicidio Hariri Sotto accusa quattro membri di Hezbollah

La strage di San Valentino forse ha i suoi colpevoli. Quattro membri di Hezbollah sono accusati dell’assassinio dell’ex premier libanese Rafik Hariri: ieri il Tribunale internazionale ha trasmesso al procuratore generale di Beirut le incriminazioni, con i relativi mandati d’arresto.
Ufficialmente è stato solo confermato che i documenti «sigillati» sono stati consegnati al procuratore Said Mirza, ma fonti vicine all’inchiesta hanno rivelato che le carte riguardano quattro esponenti del Partito di Dio sciita. Fonti di stampa libanesi ne hanno diffuso perfino i nomi, che in teoria sarebbero segreti: Abdel Majid Ghamlush, Salim Ayyash, Mustafa Badreddin, Hassan Issa. Sarebbero i responsabili del devastante attentato del 14 febbraio del 2005, quando Rafik Hariri e altre 22 persone furono uccise sul lungomare di Beirut. Dopo la morte del premier inviso a Damasco cominciò una sollevazione popolare, «la rivoluzione dei cedri», che costrinse la Siria a porre fine alla sua tutela politica e militare sul Libano e a ritirare dopo 29 anni migliaia di soldati che aveva dispiegato in gran parte del Paese.

Il premier Najib Miqati, al governo da sole due settimane, ha affermato che l’esecutivo agirà «con responsabilità» e ha ricordato che «ogni imputato è innocente fino a prova contraria». Mentre la televisione di Hezbollah, al Manar, ha detto che le incriminazioni di ieri dimostrano che il tribunale speciale per il Libano «è politicizzato».

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