Roma - Colpevole. Romulus Niculae Mailat ha derubato, stuprato e ucciso Giovanna Reggiani il 30 ottobre 2007 a Tor di Quinto, periferia della Capitale. I giudici della terza Corte d’Assise, dopo due ore e mezza di camera di consiglio, hanno accolto le richieste del pm Maria Bice Barborini, concendendo però le attenuanti generiche, condannando il romeno per l'uccisione della donna, morta dopo due giorni di coma in ospedale. L'imputato è stato condannato anche a mille euro di multa e a pagare una provvisionale di 500mila euro. Mailat dovrà ancora versare alla parte civile un risarcimento da liquidare in separata sede. Il romeno dovrà essere espulso dall'Italia a pena espiata. È stato interdetto dai pubblici uffici e dalla potestà genitoriale.
"Chiedo perdono" L'ultima, strenua, difesa prima che la giuria popolare varchi la porta della camera di consiglio. Mailat capisce che il momento è difficile e scoppia in lacrime: "Mi sento colpevole per aver rubato la borsa della signora Reggiani, ma non l'ho ammazzata. Mi dispiace di tutto ciò che è successo quella sera. Per questo chiedo scusa, prima di tutto a lei signora presidente, alla corte e a tutti i presenti in aula. Chiedo perdono davanti a Dio e spero che giustizia sarà fatta". Dopo la lettura del dispositivo un solo grido, un "No" urlato in aula.
Richieste Ieri il pm Maria Bice Barborini aveva chiesto l'ergastolo, mentre oggi il difensore,l'avvocato Piero Piccinini, ha sollecitato l'assoluzione in base all'articolo 530 comma secondo (che equivale alla vecchia formula dell'insufficienza di prove) e, in subordine, l'assoluzione dal reato di violenza sessuale. Mailat era imputato, davanti alla terza Corte d’Assise, presieduta da Angelo Gargani, per omicidio volontario, rapina e violenza sessuale. La giuria popolare è composta da cinque uomini e quattro donne. Il presidente della Corte è il giudice Angelo Gargani, quello a latere è Alberto Colella.
Il pm Secondo la richiesta di rinvio a giudizio, il romeno, "dopo essersi appostato" avrebbe colpito "ripetutamente e violentemente al capo e al volto, nonché al corpo" la donna, praticando "sevizie" e agendo con "particolare crudeltà" anche perché Giovanna Reggiani, "dopo il ferimento, venne lasciata priva di soccorso per un significativo periodo di tempo". Mailat rapinò la vittima della sua borsa con gli effetti e i documenti che vi erano contenuti e del cellulare che consegnò a un complice, nei cui confronti si procede separatamente. Per la procura, lo straniero deve rispondere anche di violenza sessuale perché "costrinse la Reggiani, dopo averla trascinata in mezzo alla vegetazione, a subire atti sessuali, consistiti nel toccarla nelle parti intime, denudandole il seno e strappandole le mutandine".
Parte civile Dopo l'arringa difensiva hanno preso la parola il pm Barborini e il legale di parte civile. Entrambe hanno ribadito gli elementi di colpevolezza a carico di Mailat. L'avvocato Tommaso Pietrocarlo, difensore del marito della vittima, ha sottolineato la "validità" della testimonianza resa da Emilia Neamtu, la donna che, dopo aver fermato un autobus, condusse gli agenti di polizia nella baracca di Mailat facendolo arrestare. E, a sentenza letta, il legale commenta: "È stata accertata la verità. Sulla pena non discutiamo. Siamo soddisfatti anche perché la Corte ha accertato i fatti, così come portati al processo dal pubblico ministero. Non c'è altro da aggiungere".
Ricorso in appello "Se fossero stati convinti davvero gli avrebbero dato l'ergastolo e infatti gli hanno concesso le attenuanti generiche". Questo il commento di Piero Piccinini, l'avvocato difensore del romeno. "Non è un risultato che mi sento di valutare in termini di soddisfazione o meno - ha detto -. Sono ansioso di leggere le motivazioni. Sono certo dello stato di innocenza del mio assistito provata dall'assenza di prova materiale e la insussistenza delle testimonianze contro di lui. Sicuramente ricorreremo in appello. È una sentenza che lascia insoddisfatti tutti. Credo che Mailat se lo aspettasse: il problema è se si renda effettivamente conto di quello che è successo oggi".
Alemanno: "Sono amareggiato" "Non voglio entrare in polemica con la decisione dei magistrati, ma la sentenza di oggi su Mailat mi lascia molto amareggiato". Così in una nota il sindaco di Roma Gianni Alemanno.
"Come è possibile - si chiede - che una persona riconosciuta colpevole di un crimine così grave, come quello perpetrato nei confronti della signora Reggiani, non venga condannata all'ergastolo? Leggeremo il dispositivo della sentenza, ma mi auguro - conclude - che il pm si appelli contro questa decisione che turba la coscienza dei romani".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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