GerusalemmeSolidarietà piena a Silvio Berlusconi per gli attacchi subiti dal «regime fanatico e sanguinario» di Teheran, ma anche fiducia concreta nellItalia sul fronte di una possibile, inedita mediazione con la Siria. Sono questi, accanto alla conferma della soddisfazione per gli impegni ribaditi a nome dellEni in materia di congelamento di nuovi investimenti in Iran, i messaggi risuonati ieri da Israele a due giorni dalla fine della visita a Gerusalemme del presidente del Consiglio.
Visita fruttuosa, ribadiscono i portavoce israeliani, riecheggiando ancora una volta gli elogi riservati allospite italiano dallintero vertice politico di Gerusalemme: senza traccia dirritazione per quellaccostamento fra il dolore per le vittime del conflitto di Gaza e quelle della Shoah - fatto da Berlusconi a Betlemme, durante la tappa palestinese - che ieri aveva fatto storcere il naso al giornale Maariv.
Parole che invece secondo lestablishment non scalfiscono in alcun modo la sintonia con «lamico» Silvio. Al quale il portavoce del ministero degli Esteri, Yigal Palmor, non ha esitato a dedicare una dichiarazione di pubblico sostegno in risposta allanatema piovuto dallIran dopo che - proprio a Gerusalemme - Berlusconi aveva invocato sanzioni internazionali più dure contro i programmi nucleari iraniani e solidarietà allopposizione popolare agli ayatollah, oltre a giustificare loffensiva israeliana «Piombo Fuso» a Gaza.
«Essere attaccato da un regime fanatico, violento e sanguinario come quello dello Stato degli ayatollah, che reprime e opprime il suo stesso popolo, significa solo ricevere un complimento», ha commentato allAnsa Palmor. Aggiungendo che il contenuto degli insulti iraniani (secondo cui Berlusconi avrebbe reso «i suoi servigi ai padroni israeliani») non è poi neppure degno davere risposta.
Da Roma, intanto, il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, ha contestato le accuse iraniane di «interferenza negli affari interni», osservando che lItalia invita da sempre lopposizione di Teheran a «manifestare pacificamente». Ma rivendicando al contempo il diritto del governo di Roma di «condannare repressioni e violenza» e di richiamare Teheran al rispetto della libertà di manifestazione.
Per la diplomazia italiana, la visita di Berlusconi a Gerusalemme potrebbe significare tuttavia anche nuovi spazi di mediazione in Medio Oriente. In particolare sul fronte della delicata (e spinosa) partita per la ripresa di un dialogo fra Israele e Siria.
«Onore per Berlusconi gli insulti di Teheran»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.