New York - Non è bastato l'intervento del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon - con l'appello alla pace, all’unità e alla denuclearizzazione globale - a creare un clima disteso, al Palazzo di Vetro, dove si è aperta la 65esima assemblea generale delle Nazioni Unite. La delegazione israeliana ha voluto mettere i puntini sulle "i" lasciando l'aula durante l’intervento di Barack Obama. La Cnn ha ripetutamente inquadrato le poltrone vuote della rappresentanza di Israele, alternando l’inquadratura con la delegazione dell’Anp, rappresentata dal presidente Abu Mazen.
Israele boicotta Obama "Porte aperte all’Iran per una soluzione di pace". E' uno dei passaggi dell'intervento di Obama. Ma Israele non ha gradito e ha voluto sottolineare, in modo eclatante la propria disapprovazione. Obama ha chiesto poi a Teheran un impegno "chiaro e credibile" sul nucleare. "Sono convinto - ha aggiunto parlando dei colloqui di pace sul Medio Oriente - che Netanyahu e Abu Mazen hanno il coraggio di raggiungere la pace".
Poi la smentita Israele nega qualsiasi boicottaggio del discorso del presidente Usa Barack Obama all’assemblea generale dell’Onu. Rispondendo a una domanda, una portavoce della missione israeliana, Karean Perez, ha indicato: "No, non c’è stato nessun boicottaggio. Sukkot, iniziata ieri sera, è una festa sacra e oggi non ci siamo. Domani saremo presenti, e avevamo avvertito. All’Onu lo sanno". Il rispetto delle ricorrenze religiose ebraiche tra cui quella di Sukkot (Tabernacoli), che impongono l’astensione da ogni attività lavorativa, è una norma in vigore dalla costituzione dello stato ebraico sulla quale, tra l’altro, molto insistono i partiti religiosi. Nel 1977 la presenza di membri del governo durante la cerimonia di consegna di nuovi aerei da combattimento giunti dagli Stati Uniti in Israele a sabato appena cominciato causò il ritiro dalla coalizione al potere del Partito Nazionale Religioso e la conseguente caduta del governo, allora diretto da Yitzhak Rabin nella sua prima esperienza di premier.
Insediamento coloni Israele dovrebbe estendere la moratoria sulle nuove costruzioni negli insediamenti di coloni in Cisgiordania: lo ha affermato Obama nel suo discorso. "La nostra posizione è molto chiara, su questo: Israele dovrebbe estendere la moratoria". La moratoria di Israele scade il 30 settembre e il suo eventuale mancato rinnovo è il principale ostacolo alla prosecuzione dei negoziati di pace diretti fra israeliani e palestinesi. "La moratoria israeliana sugli insediamenti ha creato una situazione diversa nella regione e migliorato la atmosfera dei colloqui - ha detto ancora Obama -. Siamo anche convinti che i colloqui di pace dovrebbero andare avanti fino al completamento - ha aggiunto Obama - È giunto il momento perché le parti si aiutino reciprocamente a superare questo ostacolo".
Democrazia imposta dai cittadini "Non esiste diritto più fondamentale - ha detto Obama - che la possibilità di scegliere i propri leader e determinare il proprio destino. Ma non ci devono essere equivoci: il successo della democrazia nel mondo non può giungere perché viene imposto dagli Stati Uniti. Deve venire perché i cittadini chiedono di avere voce in capitolo su come sono governati".
Storia dalla parte della libertà "In tempi di crisi economica - prosegue il presidente - alcuni mettono i diritti umani da parte per la promessa di stabilità a breve termine o per la falsa nozione che la crescita economica possa essere raggiunta a spese della libertà. Ma l’esperienza mostra che la storia è dalla parte della liberta".
Dialogo con l'Iran Per Obama "la porta del dialogo resta aperta per l’Iran ma sono loro a dover fare il primo passo". Il presidente ha ribadito che l’Iran è l’unico Paese che ha firmato il "Trattato di Non Proliferazione Nucleare" a non poter dimostrare che il suo programma è pacifico.
Stato palestinese entro un anno Obama ha sottolineato che il conflitto tra israeliani e palestinesi è "antico quanto" l’istituzione delle Nazioni Unite. Ha riconosciuto poi che "molti sono pessimisti sul processo di pace in Medio Oriente... dopo decenni di insuccessi", ma ha detto che il mondo deve allinearsi dietro all’obiettivo di ottenere la pace entro un anno. Il presidente americano ha ottenuto un’ovazione di applausi in aula quando ha auspicato che il processo di pace porti ad un nuovo membro delle Nazioni Unite: la Palestina.
Strappo di Ahmadinejad Tra i responsabili diretti degli attacchi dell'11/9 ci sono anche "alcun segmenti" dell'amministrazione Usa "che li hanno orchestrati per salvare il regime". Lo ha detto il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad nel suo intervento a New York all'assemblea generale dell'Onu. La parole di Ahmadinejad hanno provocato l'uscita dalla sala di una serie di delegazioni occidentali, Italia inclusa, guidate dagli Usa.
Secondo il presidente iraniano, accanto alla teoria ufficiale di un attacco terroristico ce n'e una che si potrebbe definire un complotto e cioé che "alcuni segmenti all'interno del governo Usa hanno orchestrato gli attacchi per rilanciare l'economia americana in declino e le sue estensioni in Medio Oriente, per salvare il regime sionista". Ahmadinejad si è detto convinto che "la maggioranza del popolo americano, com'anche una maggioranza di nazioni e di politici intorno al mondo condividono questa visione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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