Onu-La Russa, Maroni: "Ora basta polemiche"

Il ministro avverte: "Innalzare i toni può pregiudicare il buon lavoro fatto in 10 mesi con la Libia". Onu, muro contro muro con La Russa. L'Unhcr: "Attacchi immotivati"

Onu-La Russa, Maroni: "Ora basta polemiche"

Roma - Sulla questione dei respingimenti dei clandestini, il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha detto a chiare lettere che "la polemica è incomprensibile". Maroni non ha voluto fare esplicito riferimento al botta e risposta fra l’alto commissariato per i rifugiati e il ministro della Difesa La Russa. Ma la sostanza non cambia. Il capo del Viminale ha espresso l'auspicio che la polemica possa terminare: "Innalzare i toni potrebbe pregiudicare il buon lavoro che abbiamo fatto in questi dieci mesi". Secondo il ministro, infatti, l’Unhcr potrebbe svolgere un ruolo importante in Libia, anzi "fondamentale". "Rispetto le opinioni di tutti - ha aggiunto - ma non penso sia utile tenere i toni della polemica".

"Rispettiamo le opinioni di tutti" Al termine di un incontro con il sindaco di Milano Letizia Moratti e il presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino, Maroni torna sulla polemica sull’Unhcr: "A volte il ministero degli Interni ha valutazioni diverse per quanto riguarda i respingimenti con l’organizzazione dell’Onu - ha sottolineato Maroni - ma rispettiamo le opinioni di tutti, perchè ritengo non sia utile tenere toni polemici. La collaborazione con la Libia è frutto di un lavoro di 10 mesi e sono convinto che anche il ruolo dell’Unhcr in quel Paese sia fondamentale. Mi auguro quindi che le polemiche cessino - ha proseguito - perché è fondamentale mantenere un buon rapporto soprattutto per il nostro interesse".

"L'Europa faccia la sua parte" In partenza per la Libia, dove si recherà "per definire i dettagli tecnici dell’operazione partita nei giorni scorsi", Maroni si è quindi augurato "si possa proseguire quella azione che il governo ha fin qui fatto in materia di respingimenti garantendo il diritto di status ai rifugiati. Chiediamo però che anche l’Europa si faccia carico di quanti vogliono sbarcare nel nostro Paese perchè l’Italia non può fare il gendarme". 

Veriche status rifugiati in Libia L’ipotesi che l’eventuale status di rifugiato politico possa essere verificato anche in Libia è stata avanzata ribadita da Maroni. Il ministro ha sottolineato che "va garantita l’accoglienza ai rifugiati". L’Italia non può fare il gendarme in giro per l’Ue per vedere chi vuole o no venire in Italia. Ho parlato con l’ambasciatore in Libia e nei prossimi giorni vaglieremo la possibilità della verifica di status di rifugiato in Libia. Il problema si può risolvere ma non continuando a prenderseli".  

La Russa: l'Onu sbaglia Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ai microfoni di Radio 3 continua a criticare l'Unhcr: "Frattini, l’uomo più moderato del governo, oggi dice che ha sbagliato la Boldrini (la portavoce italiana dell’Unhcr). Lui dice: 'Dobbiamo sempre sempre rispettare gli organismi internazionali'. Ma che dovrebbe dire un ministro degli Esteri? E comunque concordo con lui - 'Anche quando sbagliano'. Quindi il governo è compatto nel dire che l’alto commissariato dell’Onu sbaglia. In che cosa sbaglia? Nel ritenere non adeguato il comportamento dell’Italia in generale, e dico io dei marinai italiani, nel riaccompagnare in Liba i clandestini che vengono intercettati sui barconi".

L'Unhcr risponde "Gli attacchi immotivati e personali sono inaccettabili, non mutano e non muteranno l’impegno dell’Unhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria". Lo ha dichiarato l’alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres, "venuto a conoscenza dei commenti negativi e infondati che sono stati rivolti al mio ufficio e a singoli funzionari da un esponente del governo italiano".

Fini: non privare i clandestini dei diritti  "Il clandestino deve essere accompagnato nel Paese da cui proviene, ma non bisogna privarlo dei diritti fondamentali dell’uomo". Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini, a Matera, nel corso di un incontro sull’integrazione. "Bisogna aiutare queste persone - ha aggiunto - nei loro Paesi. Paesi che hanno problemi seri, come la totale assenza dei diritti umani. Bisogna agire in una logica internazionale. Dobbiamo spenderci per garantire a queste persone il diritto alla vita e ricordare che nessun migrante è felice di lasciare il suo Paese d’origine".

"Promuovere l'immigrazione" "Cosa dobbiamo fare per evitare la xenofobia? - si domanda Fini -. Bisogna promuovere l’integrazione". Per il presidente della camera "è essenziale l’apprendimento della lingua. È importante che frequentino le nostre scuole. Solo così sì eviteranno le discriminazioni".

Finocchiaro protesta Sul tema degli immigrati il governo "rasenta l’ottusità" secondo Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. "È incredibile che dopo le prese di posizione in sede Ue e dopo le parole dei rappresentanti dell’Onu, maggioranza e governo, invece dimostrare prudenza e buon senso, insistono nell’attaccare gli organismi internazionali. La posizione del governo - continua Finocchiaro - sta rasentando l’ottusità costringendo il nostro Paese in una situazione di isolamento internazionale sempre più preoccupante. Siamo a una sorta di delirio di onnipotenza che dovrebbe preoccupare tutti coloro che hanno a cuore le sorti dell’Italia: su crisi e immigrazione, in nome della propaganda elettorale, questo governo - conclude - ci sta spingendo in un tunnel davvero pericoloso".

Frattini: identificazione sui barconi Pattugliamenti congiunti vicino alle coste libiche, identificazione dei clandestini sulle barche e creazione di una lista europea dei "Paesi sicuri". È questa la ricetta del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha illustrato a Milano i particolari del piano del governo italiano per combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina. "La nostra proposta - ha spiegato Frattini - è quella di effettuare un esame a bordo: accerteremo direttamente sulle barche intercettate a largo della Libia l’identità dei migranti. In questo modo sarà possibile capire chi realmente cerca asilo e chi vuole semplicemente giungere in maniera illegale nel nostro Paese. Questi ultimi sarano accompagnati nuovamente nel porto più vicino, come prescrive la Convenzione sul diritto del mare". Il ministro ha aggiunto che sarà utile «"ormulare una lista dei Paesi sicuri che sia riconosciuta in tutta l’Unione europea", così da poter capire quali sono i migranti che hanno diritto all’asilo.

"Abbiamo chiesto che la seduta del Consiglio europeo di giugno abbia in agenda il tema dell’immigrazione: solo questo organo può dare un indirizzo alla Commisione europea che avrà il compito di redigere un documento unico". Frattini ha concluso il suo intervento auspicando che il paese guidato da Gheddafi "riconosca ufficialmente" l’ufficio dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati.

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