Ora Bersani ammette: "I magistrati invadono il campo della politica"

Il leader del Pd ammette le sue riserve su alcuni giudici nel libro-intervista Per una buona ragione: "Negli anni non sono mancate invasioni di campo anche da parte di alcuni magistrati". Poi la stoccata: "Il governo non rispetta la divisione tra i poteri"

Ora Bersani ammette: 
"I magistrati invadono 
il campo della politica"

Nascosto tra le pagine di un libro lo ammette anche il leader del Partito Democratico: "Negli anni, non sono mancate invasioni di campo da parte di alcuni magistrati". Quella di Pierluigi Bersani è una piccola rivoluzione, una confessione che nasconde tra una riga e l'altra ma che colpisce nel segno. Poi il leader dell'opposizione recupera i soliti toni, ma l'ammissione è di quelle che lasciano il segno. Le dichiarazioni dell'ex ministro dell'economia sono contenute nel libro intervista da oggi in libreria Per una buona ragione edito da Laterza e curato da Claudio Sardo e Miguel Gotor, di cui diverse anticipazioni sono state pubblicate dal Riformista. Un'apertura alle richieste del Pdl che sicuramente si riverberà sulla vita politica del nostro Paese e che, non a caso, viene diffusa proprio il giorno dopo il voto della Camera sul processo breve. 

L'attacco all'esecutivo "Abbiamo l’esperienza di un Governo che non rispetta la divisione dei poteri e, negli anni, non sono mancate invasioni di campo anche da parte di alcuni magistrati" è questa la bomba che sgancia Bersani.  "Vedo i problemi - ha proseguito il leader dei Democratici -, e mi preoccupano molto. Abbiamo l’esperienza di un governo che non rispetta la divisione dei poteri e, negli anni, non sono mancate invasioni di campo da parte di alcuni magistrati. La torsione plebisicitaria del nostro sistema provoca quindi conflitti crescenti fra legislativo, esecutivo e giudiziari: uno dei primi compiti di ricostruzione della politica è proprio quello di ripristinare l’equilibrio costituzionale fra i poteri".

I magistrati rispettino i confini Apre e mette le mani avanti. Nell’invocare il ritorno al rispetto della divisione dei poteri "non mi sento affatto - ha sottolineato -, un giustuizialista. Anzi: considero il giustizialismo un atteggiamento contrario ai nostri valori. Ma che utilità ha polemizzare in astratto contro il giustizialismo? A volte il dibattito politico sembra solo cercare alibi per giustificare le mancate riforme, portando fieno in cascina ai populismi. La giustizia ha bisogno subito di riforme vere e veri investimenti". "

Il processo lungo Poi torna sulla lentezza dei dibattimenti e butta lì una critica tagliente al sistema giudiziario: "Bisogna ridurre sul serio i tempi dei procedimenti: la giustizia penale e quella civile sono scandalosamente lente. La politica è questo che deve fare. È solo così che può recuperare l’autorevolezze per dire ai magistrati di rispettare con rigore i confini del proprio campo.

Se invece si mostrerà ancora una volta incapace, non saranno certo mai le chiacchere a ridurre la supplenza della magistratura, laddove si manifesta". Un Bersani inedito, diverso da quello che parla tutti i giorni dai banchi di Montecitorio. Sicuramente un Bersani che farà discutere.

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