Ora la componentistica si adegua al «low cost»

Il caso di Bosch: sistemi semplificati per ridurre i costi senza intaccare gli standard e la qualità

da Boxberg

Portare anche sui veicoli al di sotto dei 7mila euro sistemi avanzati di sicurezza e che assicurino l’abbattimento delle emissioni. È l’obiettivo che colossi della componentistica, come Bosch, si sono prefissi per conquistare sia il pubblico dei mercati emergenti sia i consumatori dei Paesi industrializzati che finora non si sono potuti permettere un’auto nuova. Secondo le stime del gruppo tedesco le auto «low price» rappresenteranno entro 2010 il 13% del mercato mondiale, con ritmi di crescita annua del 5 per cento.
Già Renault ha annunciato di voler produrre entro il 2009 fino a un milione di Dacia Logan (5mila euro), cui Honda vuole rispondere con un modello ancora più economico. Intanto Tata ha annunciato che entro il 2008 lancerà la «one-lakh car» (un lakh corrisponde a 2mila euro). E per questo veicolo Bosch ha ricevuto un ordine per la fornitura di alternatori, freni e sistemi per la gestione dei motori diesel. Equipaggiare le auto a basso costo con sistemi evoluti non vuol dire che si utilizzi materiale scadente, ma che vengano soddisfatte particolari esigenze dei vari tipi di utente. Per gli acquirenti indiani, a esempio, sono indispensabili le caratteristiche di robustezza, maneggevolezza e semplicità. Per i brasiliani servono motori a etanolo, in Russia a gas, in Europa si è più attenti alla sicurezza.
Bosch ha sintetizzato queste esigenze nella filosofia delle 3S, «sicher, sauber, sparsam» (sicuro, pulito, economico).

«Seguiamo tre strategie di sviluppo - spiega Wolf Henning Scheider (divisione sistemi a benzina di Bosch) -: semplifichiamo prodotti standard, oppure perfezioniamo sistemi più semplici oppure ancora realizziamo prodotti specifici per il segmento low price», dove i componenti sono integrati tra loro per ridurre al minimo i costi.

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