Quando ha dovuto affrontare lemergenza rom, lassessore alle Politiche sociali del Comune si è messa le mani nei capelli. «Era fuori controllo. Noi abbiamo preso in gestione una situazione abbandonata a se stessa», racconta Mariolina Moioli. Era il 2006 e lamministrazione aveva da anni una convenzione con lOpera Nomadi per gli interventi di mediazione culturale nelle scuole elementari da 100mila euro. Più un secondo contratto di 125mila euro annui con la cooperativa sociale di romeni Romano Drom, fondata dal segretario dellOpera Nomadi, Giorgio Bezzecchi. Ma poco dopo il suo arrivo la Moioli ha deciso di rescindere i contratti: «Allinizio ho lasciato fare, poi ho verificato e le cose non corrispondevano. Vedevo che non cera unequa distribuzione dei bimbi rom: una scuola ne aveva 5 e unaltra ne aveva 50. Abbiamo cambiato sistema e i presidi sociali ho pensato di farli nei campi». E da quando ci sono loro, assicura lassessore, il numero dei rom che vanno a scuola è aumentato di molto.
LOpera Nomadi come spiega il vicepresidente Maurizio Pagani «è una onlus, senza fini di lucro. Non percepiamo uno stipendio, e ora i soldi sono sempre meno. Il nostro bilancio è di 30mila euro».
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