Ora Di Pietro dice sì ad Auto-Abertis

Gros-Pietro: «Daremo tutte le garanzie». Gilberto Benetton in visita a Mediobanca

da Roma

«L’accordo tra Abertis e Autostrade è opportuno che ci sia nell’interesse non solo loro, ma anche della comunità italiana, nell’interesse pubblico». A pronunciare queste parole ieri non è stato il presidente della concessionaria autostradale, Gian Maria Gros-Pietro, ma il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che fino a mercoledì scorso aveva espresso forti perplessità sull’integrazione italo-spagnola.
«Noi non lavoriamo per rovinare l’accordo - ha aggiunto il ministro - ma affinché ci sia un buon accordo». Il senso dei richiami all’Anas a vigilare sull’operazione richiedendo garanzie sugli investimenti da effettuare, sulla presenza del costruttore iberico Acs nel capitale della nuova Abertis e sul governo corporativo della holding erano quindi da interpretarsi come un monito a migliorare i termini della fusione. «Noi abbiamo richiesto un atto aggiuntivo o quantomeno un atto equipollente» - ha spiegato il ministro - che potesse in qualche modo vincolare gli investimenti nel nostro Paese e che potesse dare maggiori garanzie in ordine alla funzionalità del sistema stradale italiano».
Di Pietro, a Bruxelles per partecipare al vertice dei Liberali Europei, ha spiazzato tutti sottolineando che «lo sforzo del governo non è quello di impedire l’accordo» e di «essere ottimista che ciò possa avvenire». In pratica, il primo passo da fare è garantire che i 2 miliardi di investimenti aggiuntivi che Autostrade ha in cassa ma che non ha effettuato per problemi burocratici siano destinati all’Italia dalla nuova Abertis. Il ministro non si è sbilanciato su eventuali slittamenti dell’operazione ma ha precisato che «se non sarà fatto un atto aggiuntivo, ci sarà una controversia».
Nelle ultime settimane tanto Autostrade quanto Abertis hanno intensificato i contatti con Palazzo Chigi per ricercare soluzioni condivise. L’esecutivo Prodi, invece, ha compreso di non potersi assumere la responsabilità di bloccare un’operazione da 25 miliardi di euro, ma di dover vigilare sul rispetto delle condizioni necessarie per la tutela dell’interesse pubblico italiano.
Autostrade, forte dell’assist di Di Pietro, riunisce oggi il cda per deliberare sulle richieste di modifica della Convenzione del 1997 allo scopo di ottenere l’ok alle nozze con Abertis. «Sono contento che il ministro Di Pietro abbia valutato l’operazione con Abertis interessante per il Paese. Da parte nostra ce la metteremo tutta affinché le garanzie richieste siano date in modo soddisfacente», ha dichiarato il presidente Gros-Pietro. Intanto ieri il presidente di Edizione Holding (azionista di riferimento di Autostrade tramite Schema, 28), Gilberto Benetton, si è recato nella sede di Mediobanca per incontrare il direttore generale Alberto Nagel e il condirettore Renato Pagliaro.

La merchant bank milanese è stata indicata più volte come uno dei potenziali acquirenti dell’eventuale inoptato del 13,3% di Abertis in Schema 28 che spagnoli sono pronti a cedere agli altri soci italiani. Ieri a Piazza Affari Autostrade ha guadagnato l’1,23% a quota 21,38 euro.

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