«Ora recuperare i bimbi»

Squallore e violenza. All’indomani del blitz della squadra mobile capitolina che ha portato all’arresto di 18 pedofili, Roma si scopre quella che, in fondo, si era sempre saputa: metropoli dal contrasto stridente tra borghesi emergenti e sacche di degrado, economico, umano e sociale. Lo sgombero del campo nomadi di «Tor Fiscale», sull’Appia, era stato rimandato dal Comune proprio per dare modo agli inquirenti di continuare con le loro indagini. Solo un mese fa l’europarlamentare di Fi Antonio Tajani portava sul tavolo dei deputati di Bruxelles la questione dei «ragazzi di vita» romani, «marchettari» spesso minorenni che si prostituiscono sulle strade della Capitale. «Una piaga - dice l’azzurro - dilagante, contro cui non esistono misure specifiche».
Ieri, l’Unicef si è complimentata con la polizia «per il successo dell’operazione». Antonio Sclavi, presidente dell’organizzazione, ha sottolineato soprattutto «il ruolo giocato dal coordinamento con l’assessorato alle Politiche sociali del Comune. Questo coordinamento, grazie al lavoro pilota del Centro per la lotta alla mendicità infantile creato dal Comune con il patrocinio dell’Unicef Italia, ha consentito - ha detto - non solo di seguire le storie e i casi dei singoli ragazzi portando alla individuazione della rete di complicità, estesa ben oltre Roma, ma ha soprattutto consentito di svolgere tutte le operazioni avendo sempre come priorità il superiore interesse dei bambini vittime di questi orribili abusi. La protezione delle vittime, la loro tutela e il loro reinserimento in strutture di accoglienza - ha concluso Sclavi - sono forse ancora più importanti degli arresti e dei procedimenti giudiziari».
«Servono maggiori controlli alle frontiere ed elenchi condivisi. È necessario che siano schedati pedofili e responsabili di reati di violenza sessuale, operazione che deve essere frutto della collaborazione tra le polizie nazionali e l’Europol - aggiunge Cristiana Muscardini, europarlamentare di An -. L’apertura delle frontiere tra i Paesi dell’Unione europea potrebbe avere favorito il traffico pedofilo e di esseri umani».


«La vicenda romana - dice, infine, Don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter, pioniere riconosciuto nella lotta alla pedofilia - si inserisce nel vasto contrasto allo sfruttamento sessuale organizzato e strutturato. La pedofilia ha assunto questi connotati che hanno bisogno di maggiore coordinamento nazionale e internazionale». \

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