«Me laspettavo. So che i medici sono rigorosi in quello che fanno e tra di loro: sono contenta che sia finita così». Così Mina, vedova di Piergiorgio Welby, ha accolto la notizia dellarchiviazione del provvedimento disciplinare da parte dellOrdine di Cremona nei confronti di Mario Riccio. «Sono felice per il dottor Riccio, perché ha aiutato Piergiorgio ad avere una morte serena. Quando Piergiorgio ha saputo della disponibilità data dal dottor Riccio si è rasserenato e, in questo modo, ha avuto una morte serena, in famiglia tra le persone che amava e che lo amano. Un medico deve anche aiutare un malato a rendere serena la morte e, per Piergiorgio, questo è stato possibile».
«Sono molto, molto felice di questo esito - sottolinea Mina -. Stimo Riccio, fin da quando lho conosciuto, come una persona e un medico serio e coscienzioso. Il fatto che la decisione della Commissione sia stata presa allunanimità spero possa influire anche sul Parlamento, perché cè troppa confusione sulla fine della vita. Al contrario, incontro tante persone e mi sembra che abbiamo le idee abbastanza chiare». Per la vedova di Welby, quindi, la questione non è chiusa e va girata subito ai politici: «Ora la politica - spiega - abbia più coraggio di intraprendere una discussione serena e seria anche sul testamento biologico, sulla dichiarazione anticipata sui trattamenti, sulla possibilità di uninterruzione per molti malati che vivono problemi come quello di mio marito che col tempo possono diventare una tortura». «Ho letto che in Europa una persona su tre di quelli che hanno un respiratore viene aiutata a morire - ha aggiunto -. Mio marito voleva che questo si sapesse». Dopo le polemiche sulla morte del marito, larchiviazione nei confronti di Riccio fa sentire Mina «sollevata»: «In fondo me lo aspettavo ma non credevo che la scelta sarebbe stata presa allunanimità - spiega - I medici sono molto severi con se stessi e tra di loro.
«Ora tocca ai politici mostrare coraggio: facciano una legge»
La vedova: «Spero che lunanimità della decisione possa influire sul Parlamento»
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