Ora è il turno del serioso Brown L’eterno secondo diventa leader

da Londra

Gordon Brown, il potente ministro dell’Economia e delle finanze, eterno numero due del partito laburista, è finalmente giunto a un passo da Downing Street, dopo 13 anni di attesa all’ombra del premier. Di Blair non ha quasi nessuna caratteristica: è serioso, ruvido di carattere, semplice e preciso nell’oratoria. Nato in Scozia 56 anni fa, perse la vista a un occhio in un incidente da bambino; dotato di una straordinaria intelligenza, entrò all’università a 16 anni. Fu eletto al parlamento nel 1983, lo stesso anno di Blair. I due dividevano lo stesso ufficio, stretti in un’alleanza politica di ferro che ha superato anche momenti di estrema tensione. Si narra che Tony divenne leader laburista nel 1994 dopo una cena in un ristorante italiano, durante la quale promise che avrebbe lasciato la guida del paese a Brown a metà del secondo mandato, cosa che poi non accadde. Brown, in ogni caso, ha fatto una carriera stellare come Cancelliere dello Scacchiere: nessuno, negli ultimi 200 anni, ha mantenuto la carica così a lungo. Con lui, l’economia del Paese ha conosciuto una fortissima espansione, disoccupazione minima, tasse contenute e il boom della City come centro finanziario mondiale.

Con Tony, i motivi di scontro più forti sono stati le riforme del settore pubblico e in particolare l’ingresso di Londra nell’euro, che Blair voleva entro la fine del suo premierato, ma che è stato bloccato da Brown, inserendo cinque criteri da rispettare prima di questo evento, ormai rimandato in maniera indefinita.

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