Orchestra in cerca di gloria

Musicisti da tutti i Paesi per International Chambers

Un traguardo importante quello di Francesco Borali che, dopo aver conseguito, cinque anni fa, il diploma di Direzione d'Orchestra presso l'Accademia Internazionale di Musica di Pescara con il maestro Renzetti, mercoledì ha diretto il concerto per la Società dei Concerti, fondata da Antonio Mormone. «Sono state numerose le mie esperienze come direttore d'orchestra, ma non c'è dubbio che mercoledì sera, sia stata per me, un'occasione importante per rendere omaggio alla musica classica, ma soprattutto al mio padrino».
In che senso?
«Fu proprio il maestro Mormone a tenermi a battesimo come musicista; quando ero ventenne, già diplomato come violinista, il maestro, mi fece suonare in Sala Verdi. Erano due anni che attendevo questa serata, programmata da tempo».
Quali sono state le musiche che ha diretto mercoledì sera?
«Dall'Ouverture di Così fan tutte di Mozart, continuando con il Concerto in do maggiore K467 per pianoforte e orchestra; dopo l'Adagio op.11 di Barber e la Sonata n.1 di Rossini, abbiamo concluso il concerto con una suggestiva Fantasia sulla Carmen di Bizet».
Conosceva già i musicisti che ha diretto?
«L'International Chambers Orchestra è un gruppo di musicisti composto da elementi che ho scelto io. Ci sono, ovviamente ragazzi che già conoscevo con i quali avevo già avuto l'occasione di lavorare. Si tratta di un ottima équipe di grandi professionisti che hanno contribuito al successo della serata».
Da dove vengono?
«Da tutti i Paesi: giapponesi, russi, rumeni, e di numerose altre nazionalità».
Dove siete soliti esibirvi?
«In Italia, ma anche all'estero, portiamo la cultura musicale classica».
Come svolge quotidianamente la sua attività?
«Sono professore di violino all'Accademia Internazionale di Musica e poi svolgo con una certa costanza attività concertistica studiando partiture».


Qual è il suo sogno nel cassetto?
«Continuare ad insegnare e a suonare, portando avanti anche il progetto con l'International Chambers Orchestra. Essendo una mia formazione, amerei continuare a lavorare con questi musicisti sia in Italia, sia all'estero».

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