Fausto Biloslavo
«I bombardamenti si sentono. Ogni tanto più vicini e a volte più lontani. Al rumore degli F 16 israeliani oramai ci siamo abituati. Se scatta lallarme scendiamo nei bunker, ma abbiamo sempre due elicotteri pronti al decollo».
È questo il racconto del tenente colonnello Antonino Giunta. Il Giornale lo ha raggiunto al telefono nella base Onu di Naqoura, nel sud del Libano, a un passo dal confine israeliano. Lufficiale di origini siciliane è al suo secondo incarico nel Paese dei cedri. Comanda Italair, un manipolo di 53 soldati italiani, che da una settimana si trova fra due fuochi: i razzi Hezbollah lanciati su Haifa e le incursioni israeliane sul Libano. «Siamo consapevoli dei rischi che corriamo precisa Giunta , ma non penso che siano molto diversi da quelli dei nostri colleghi in Irak e Afghanistan. Al momento nessuno è rimasto ferito e tantomeno ci sono danni alle strutture o ai nostri elicotteri. Riusciamo a farci anche la pizza e ieri cera un bel tramonto sul mare». Il comandante di Italair scherza per smorzare la tensione e minimizza, ma quando gli chiedo se le postazioni di Hezbollah di Naqoura sono state colpite glissa dicendo: «Passiamo a unaltra domanda».
Il mini contingente italiano è presente in Libano dal 1979 nel contesto della missione Unifil. I caschi blu arrivarono come forza cuscinetto dopo lennesima infiltrazione palestinese in Israele. Lesercito di Gerusalemme aveva invaso per rappresaglia il Libano fino al fiume Litani. Nel corso degli anni i caschi blu hanno avuto un mero ruolo di osservatori e le cannonate passavano impunemente sopra le loro teste, da una parte e dallaltra. Oggi a Naqoura sono dispiegati quattro elicotteri AB-205 del 1° Reggimento aviazione «Antares» e il mini contingente è interforze. Un primo elicottero, per evacuare eventuali feriti, è pronto ad alzarsi in volo in 15 e un secondo nel giro di unora, ma al momento stanno a terra, altrimenti rischiano di venir abbattuti.
«Ho vissuto qualcosa del genere nel 2000, durante il ritiro israeliano dal Libano racconta Giunta . I caccia israeliani volano ad alta quota e li sentiamo sia di giorno che di notte». I raid degli F 16 su tutto il Libano sono martellanti e la base Onu di Naqoura era sempre circondata dai stendardi gialli degli Hezbollah. Gli estremisti sciiti avevano in zona anche diverse postazioni e un campo di addestramento, che sono diventati obiettivi primari per i caccia israeliani e lartiglieria schierata a ridosso del confine.
«Via radio o tramite la sirena arriva lallarme e ci dirigiamo in maniera ordinata negli shelter (i ricoveri anti bomba, ndr) spiega lufficiale . Le nostre famiglie vengono costantemente avvisate e rassicurate. Per ora le linee telefoniche funzionano».
La base è sul mare e i militari vanno orgogliosi del circolo, che è unistituzione dal 79. I finlandesi hanno regalato una sauna per ringraziare le tante volte che i nostri elicotteri hanno portato in salvo dei caschi blu feriti o rifornito postazioni isolate. Gli italiani si sono costruiti da soli i loro angoletti, come le mini verande davanti ai prefabbricati dove alloggiano. Gli incidenti non sono mancati: un elicottero è precipitato per cause tecniche uccidendo i quattro militari a bordo. Una volta un elicottero ha dovuto atterrare in emergenza in un campo palestinese, dopo essere stato sforacchiato da diverse raffiche. Il pilota è sceso a terra e ha avuto la malaugurata idea di levarsi il casco, mostrando una specie di zucchetto, che tutti portano per ripararsi i capelli.
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