Enrico Lagattolla
E poi arriva Natale. Anche per Giuseppe Grossi, il re delle bonifiche finito in carcere la scorsa settimana per laffaire Santa Giulia con laccusa di appropriazione indebita e frode fiscale e indagato per corruzione, è tempo di regali. Come ogni anno, limprenditore va a shopping da Carlo Verga, orefice con negozio in centro a Milano, e fa incetta di orologi di lusso. «Da 30 anni Grossi è uno dei miei migliori clienti», spiega Verga. E come dargli torto? Nel giro di quattro anni, infatti, in orologi spenderà sei milioni e mezzo di euro. In parte li tiene per sé, perché Grossi è un grande collezionista e nel suo caveau ne custodisce a centinaia. In parte, però, vanno agli «amici». La lista dei fortunati - con tanto di modello e valore - finisce in mano agli investigatori della guardia di finanza. Che, ora, hanno iniziato a decodificare lelenco dei beneficiari. Un lavoro, in realtà, per niente semplice.
Perché nella lista, di nomi, ne compaiono a decine, e di questi solo pochi sono immediatamente riconoscibili e riguardano personaggi vicini agli affari dellimprenditore di cui parlano anche gli atti depositati dalla Procura. Il resto è un fiorire di sigle, abbreviazioni e pseudonimi fantasiosi. Tra i più fortunati, ad esempio, cè tale D.N., a cui Grossi regala un «Jaeger La Coultre» in oro bianco Blanc. Chi sia D.N., per ora, non è chiaro. Ma potrebbe essere proprio Grossi, nel corso dei prossimi interrogatori a chiarirlo. Come dovrà spiegare chi si nasconde dietro il nome «Ciccio», per il quale spende 12mila e 800 euro, o a quello di «Libero», che viaggia con un Daytona in oro e acciaio da quasi 10mila euro. Ancora più fortunato è «Puzzola», che di orologi (anche se nellelenco non viene specificato il modello) ne avrà due, del valore di 9.612 euro ciascuno. Ancora, sotto lalbero di Natale «Willy» trova un Patek Philippe da 9.300 euro, mentre «Leone» un Rolex da quasi 15mila euro. E poi cè «Pino». Verosimilmente, lo stesso Giuseppe Grossi, che di orologi a suo nome ne compra diversi.
Ma non ci sono solo pseudonimi. Anzi. Nella lista della «spesa» ci sono indicazioni che potrebbero aiutare gli investigatori a individuare i beneficiari di Grossi. A Maurizio B. va un «Parmigiani» in oro rosa da 20mila euro, a Giancarlo A. (non è chiaro se si tratti di Abelli, il cui nome compare tra laltro nellordinanza di custodia cautelare in riferimento alla sua amicizia con Grossi), cui spetta un Cartier Paris due fusi in oro bianco da 19mila e 500 euro. E poi Maurizio L. (con un Patek Philippe che sfiora i 12mila euro). Starà a Grossi, ora, completare quei nomi.
E magari spiegare perché anche a «Brontolo», a Natale, è andata piuttosto bene. Grazie all'imprenditore, infatti, può sfoggiare al polso un Daytona in oro da 15mila e 625 euro. Di sicura, «Brontolo» ringrazia. Chiunque egli sia.
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