Orrore a Tokyo, cani uccisi nelle camere a gas

VERGOGNA Lo Stato fa finta di non vedere perché la realtà è troppo penosa

Agli occhi dei più il Giappone appare come lo Stato nel quale i cani e in generale gli animali domestici sono trattati meglio. Passeggiando per le strade di Tokyo o delle altre grandi città giapponesi si possono vedere centinaia di amabili padroni che coccolano e portano a spasso i loro amici a quattro zampe. Vestiti di tutto punto gli animali spesso partecipano a succulenti e costosissimi pranzi. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: i cani abbandonati sono destinati a un’atroce morte. L’orribile pratica della camera a gas è accettata dallo Stato. Secondo la commissione intergovernativa che si occupa della salute degli animali «l’utilizzo del gas per uccidere gli animali non è raccomandato, ma allo stesso tempo è tollerato».
Il documento stilato dalla stessa commissione afferma anche che l’introduzione nelle camere a gas provoca «patimenti» e «sofferenze intense» agli animali, mentre dichiara che l’iniezione letale è molto meno dolorosa. Così ogni giorno quasi 1.000 cani finiscono nelle camere a gas in Giappone, una tragica realtà che vivono gli animali domestici senza un padrone nel Paese nipponico. Lo racconta il documentario «Cani, gatti e uomini» girato dal regista del Sol Levante, Motoharu Iida, che sta facendo grande rumore. Il regista, cifre alla mano, dichiara che ogni mese circa 310mila amici a quattro zampe sono introdotti nelle camere a gas e soppressi dopo aver patito sofferenze atroci. Secondo quanto dichiara il sito France24, il Giappone non sarebbe l’unico Stato a praticare questi atroci delitti. Anche negli Stati Uniti la pratica di gasare i cani starebbe prendendo piede, mentre la «civile» Europa si sbarazza dei randagi praticando per lo più l’iniezione letale. Un video apparso sul network giapponese Fuji tv, mostra le sofferenze vissute dai cani randagi una volta introdotti nelle camere a gas. Ogni volta circa 20-30 animali sono chiusi in una cassa d’acciaio. Dopo alcuni minuti un impiegato aziona il gas che è velocemente pompato nella struttura d'acciaio. Il veleno si diffonde e gli animali cercano invano di uscire dal portellone da cui sono entrati, ma quest’ultimo naturalmente è chiuso. Con le zampe tentano di rompere i vetri infrangibili della cassa. Si sentono i rantoli penosi e sofferenti dei randagi che diventano sempre più deboli. All'improvviso i cani smettono di abbaiare.

«Tutti noi siamo responsabili di queste orrende pratiche - dichiara il regista Motoharu Iida al Mainichi Daily News -. Ma ci sono alcune persone che fanno finta di non vedere perché la realtà è troppo penosa». Non resta che inorridire e riflettere.

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