Ottocento «pazienti» nell’oasi naturale

Hanno curato 820 animali dall’inizio dell’anno al Centro Wwf di Vanzago. Tra i «baby pazienti» quest’estate ci sono anche quattro volpi, rimaste senza genitori. «Per loro, come per altri - spiega Andrea Longo, il direttore del centro - è importante evitare “l’imprinting umano”, che non gli permetterebbe poi di sopravvivere in natura».
Molti gli animali con traumi, dagli sparvieri ai merli, ai rondoni. Numerosi anche i giovani caprioli, «che spesso vengono portati da privati che pensano siano stati abbandonati dalla madre - spiega Longo - mentre magari questa non si avvicina a causa della presenza dell’uomo».
Dalle volpi ai caprioli, ma anche baby civette, barbagianni e gufi. Ci sono anche loro tra le migliaia di piccoli pazienti accolti ogni anno 24 ore su 24 dai Centri di recupero fauna selvatica sparsi per l’Italia. D’estate questi «pronto soccorso» per animali lavorano senza sosta. L’obiettivo è reintrodurli in natura.

Da giugno ad agosto c’è un calo di animali feriti da armi da fuoco, a differenza dei periodi di caccia, ma l’estate è il periodo dei piccoli che cadono dal nido, che vengono abbandonati, o che restano vittime degli incidenti stradali.

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