Pace fra le amanti col giudice di Pacs

Isabella Cocito, giudice di pace, ne ha già viste di tutti i colori, in udienza, e non si scompone tanto facilmente. Ma quando le sottopongono «quel» caso, e a mano a mano che lei ne approfondisce i particolari, si capisce perché i riccioli della fulva acconciatura le diventano elettrici. Dunque: l’accusa è di minacce e danneggiamenti, la controaccusa è di ripicche e insulti, che sarebbero culminati nel dileggio, per di più al cospetto della clientela del bar dove uno dei soggetti lavora. Sì, vabbe’, ma qual è l’oggetto del contendere? Il giudice di pace interroga, scruta, deduce, ma non capisce: «C’è sotto qualcosa. Forse una storia di dispetti e ripicche senza fine». Poco per volta vengono fuori i particolari: «Mi ha tagliato le gomme della macchina. E poi, viene sempre in negozio a insultarmi». «Non è vero niente. Anzi, sono io che ho subìto minacce». Dopo tanto indagare, si apre lo spiraglio: «Tipica lite per futili motivi. Ora provo a mettere pace». Non a caso è giudice di pace. Ma questa volta non è così facile. Difatti il primo tentativo fallisce. E i contendenti tornano alla carica con più aggressività di prima. «Che ci sia di mezzo qualcos’altro?». Difatti: è una questione sentimentale. Solita storia: vendette incrociate, gelosie e cornetti, veri o presunti che siano. «Ora capisco!». La verità vera viene a galla. Altra udienza, si spera quella definitiva. «Allora, vi decidete a dirmi tutto?» fa la Cocito. E loro, finalmente all’unisono: «D’accordo. C’è di mezzo il sentimento, il nostro amore che credevamo incrollabile, eterno. Poi lei è cambiata, si è messa dei grilli per la testa...». Sorpresa: «Un momento. Qui, se c’è una che si è messa i grilli per la testa, non sono certo io. È lei, diciamola pure tutta, la fedifraga!». «No, sei stata tu a fregarmi, Carla». «Nient'affatto. Sei stata tu a compromettermi, canaglia d’una Franca».

Per poco non finisce in rissa. La pace si allontana. Isabella si rassegna. E sibila: «Lei & lei, prima amanti, poi litiganti. Che casino! Ci rinuncio, con queste due. Più che il giudice di pace, qui ci vorrebbe il giudice di Pacs...».

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