Packaging alimentare, l'Italia scommette sull'Africa

Dal 9 al 12 settembre a Nairobi, capitale del Kenya, si tiene East Afripack la prima fiera di settore organizzata da Ipack-Ima. La nostra industria è il terzo fornitore dell'area Eac che promette eccellenti prospettive di crescita. E si punta anche all'export della pasta...

Packaging alimentare, l'Italia scommette sull'Africa

Una “prima” fieristica in Kenya per presentare la tecnologia del packaging alimentare nel quale l’Italia gioca un ruolo di primo piano nel mondo: dal 9 al 12 settembre Nairobi ospita un evento internazionale che risponde alle esigenze di un mercato potenziale di grande interesse e in fase di veloce upgrading: quello dell’Africa Orientale. E’ East Afripack, fiera specializzata dedicata alla lavorazione e al packaging dei prodotti alimentari e non food, organizzata da Ipack-Ima (mostra leader nel packaging), in joint venture con Pmmi (Associazione americana costruttori di tecnologie per il packaging e processing) e con la collaborazione di Unido (United Nations Industrial Development Organization), East African Community (Kenya, Tanzania, Uganda, Burundi e Rwanda) e ministero dell'Industrializzazione del Kenya. La fiera è patrocinata dalla Confindustria kenyota ed è affiancata da una conferenza internazionale dedicata allo sviluppo sostenibile per la filiera agroalimentare. Oltre 130 produttori mondiali di tecnologie legate ai processi di produzione, confezionamento e converting, anche alimentare partecipano a East Afripack. Per supportare la presenza italiana e incrementare la presenza di buyers dall’area Eac, è stata siglata un’intesa operativa che coinvolge ministero dello Sviluppo economico e Ice.

“In quest’area il puro e semplice trasferimento di tecnologie non basta: va adattato a realtà produttive e a mercati di consumo completamente diversi dai nostri” spiega il professor Claudio Peri, dell’Università di Milano. Per questo East Afripack offrirà anche un servizio coordinato da Peri insieme a esperti italiani ed internazionali, il Business & Technology Planning Team, che fornirà informazioni e supporto tecnico, normativo e ambientale alle aziende interessate a investire in progetti di sviluppo industriale.

L’industria italiana è il terzo fornitore dell’area Eac per le tecnologie legate al confezionamento (fonte: ricerca Unido). L’export è ancora contenuto in valore assoluto (6 milioni di euro) ma registra incrementi costanti (+5,6% fra 2013 e 2012). Le prospettive del mercato africano sono rilevanti: Etiopia, Nigeria, Tanzania e Repubblica Democratica del Congo figurano tra i nove paesi che contribuiranno di più alla crescita della popolazione mondiale dai 7 miliardi di oggi ai 9 miliardi previsti entro il 2050. Le soluzioni tecnologiche presentate da East Afripack possono dare un contributo fondamentale alla soddisfazione della domanda di consumo. Ma una risposta molto utile può arrivare anche da un fronte nuovo, collegato alle tecnologie di East Afripack: quello della pasta, ideale per gli standard ambientali africani, anche se associata al mondo mediterraneo. La pasta infatti non richiede una catena del freddo, è igienica perché consumabile solo dopo la bollitura, fornisce un apporto calorico corretto, si associa a qualsiasi tipo di pietanza, ha un basso costo e un ridotto impatto ambientale dalla produzione al consumo. Circa 14 milioni di tonnellate di pasta vengono consumate nel mondo, di cui solo il 6% in Africa, la cui popolazione pesa per il 15% del totale mondiale.

La Tunisia è il terzo paese nella classifica del consumo pro capite con 11,9 kg (26 l’Italia e 12,3 il Venezuela). Inoltre, Tunisia, Etiopia e Sud Africa sono già paesi produttori, ma coprono soltanto poco più della la metà del fabbisogno interno e c'è dunque un mercato potenziale di grande interesse, al cui sviluppo rispondono numerose iniziative, fra cui quelle dell’italiana Pavan, uno degli espositori di East Afripack. Il gruppo detiene il 35% del mercato mondiale delle tecnologie che vanno dal trattamento delle materie prime (i cereali) fino al pacchetto di pasta pronto per il consumo.

Entro il 2018 Pavan prevede di realizzare il 20% del proprio giro d’affari in Africa. “Siamo presenti in 130 paesi del mondo – spiegano dal quartiere generale di Galliera Veneta, in provincia di Padova – e negli ultimi dieci anni abbiamo installato 60 linee, di cui 20 in Etiopia”.

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