Bruno Ferrante garantisce che il registro dei Pacs non si farà, «non la considero una priorità di governo». Promessa dellaspirante sindaco del centrosinistra che pure ha nel programma già un impegno: il riconoscimento delle convivenze «attraverso strumenti come il registro delle unioni civili». E così la Rosa nel Pugno smentisce lex prefetto: «Il registro dei Pacs si fa anche a Milano. Quando? Nei primi cento giorni di governo della città. Come? Con una delibera consiliare ad hoc». Roberto Biscardini dà la linea a Ferrante che nelle trentanove paginette del suo programma offre tutto e il contrario di tutto: dal voto alle case agli immigrati, dal dimezzamento dellIci allabbattimento degli oneri di urbanizzazione sino alla riduzione della tassa sui rifiuti.
Ma la vera sorpresa è come Ferrante recupererà i soldi: pretendendone dal governo di Romano Prodi, «se non arriveranno chiederemo aiuto anche ai privati». Soluzioni contenute in un libro dei sogni che, tra laltro, prevede persino lassessorato «alla visione femminile della città» e un aiuto concreto per «mediare nei conflitti internazionali».
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