«A Padova taglio con pezzi di muro»

Pareti senza quasi più intonaco nelle palazzine di via Anelli, il Bronx di Padova chiuso appena qualche settimana fa. Muri scrostati non per incuria ma per fare business: usavano l’intonaco, gli inquilini-spacciatori, per tagliare la droga. Lo racconta Felice Nava, farmacologo e dirigente della Federserd, la Federazione nazionale dei servizi pubblici per le dipendenze, che a Padova vive e che per il lavoro che fa non si stupisce affatto di notizie come quella della cocaina-killer che nel bresciano, e non solo, sta mietendo vittime. «Il fenomeno del taglio delle sostanze stupefacenti per ragioni di marketing è sempre esistito, fin dagli anni ’70, ma certo ora con l’impennata dei consumi - osserva Nava - ha un impatto diverso, amplificato.

In genere si taglio con sostanze che possono mimare gli effetti della droga che si vuole vendere e dunque ecco perché alla cocaina si è aggiunta l’atropina: anche questa provoca eccitazione, tachicardia e dunque il consumatore non si accorge di nulla».

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