Due semplici appunti sulla mossa ad effetto annunciata ieri dalla famiglia Doris e da Fininvest.
La prima considerazione è che gli azionisti di maggioranza, assumendosi in carico le obbligazioni Lehman, si prendono una responsabilità che non è scritta in alcun contratto. Inoltre i maggiori oneri che ne deriveranno non verranno spalmati sui piccoli azionisti di Mediolanum, ma saranno presi direttamente solo dai due grandi soci non quotati: Doris, appunto, e la Fininvest. Doris non è, evidentemente, un benefattore. Ma svolge un ragionamento semplice. I prodotti tossici nei portafogli Mediolanum sono, in termini globali, uninezia e dunque è possibile un beau geste da parte sua. Se Mediolanum fosse caduta nella trappola di diversificare male il proprio portafoglio, loperazione annunciata ieri sarebbe stata semplicemente impossibile. Il fondatore di Mediolanum sa che la reputazione per una banca ha un valore altissimo. e ragiona nel lungo periodo, è impegnato in una maratona e non in una corsa dei cento metri. Salvare un pezzo di patrimonio dei suoi clienti, vuol dire proteggere la credibilità assoluta della propria impresa, e dunque il suo futuro reddituale.
Cè mercato in ciò che è stato annunciato ieri: è la sintesi di come si possa fondere linteresse personale dei piccoli risparmiatori (a non perdere quattrini) con la lungimiranza del «padrone» (che nel breve tempo ci può rimettere fino a 120 milioni di euro).
Le banche non ci hanno abituato a fare favori. Il detto secondo il quale il banchiere ci presta lombrello soltanto quando è bel tempo, è talvolta vero. Lindustria è più abituata a comprimere i margini per mantenere le quote di mercato, rispetto a quanto siano disponibili gli istituti creditizi. La mossa di Mediolanum però potrà rappresentare un termine di paragone.
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