Pala, l'estate dell'Entemari (e del Bovale)

I n estate la Sardegna si riempie di villeggianti di ogni tipo, a caccia di mare caraibico ma anche di profumi e sapori. L'occasione per scoprire i mai abbastanza lodati vini isolani, che mai hanno cercato il facile consenso popolare attraverso una internazionalizzazione del gusto ma anzi hanno sempre esaltato le caratteristiche spesso ombrose e selvagge dei loro vitigni autoctoni.

Tra le famiglie dell'enologia sarda che più vale la pena seguire ci sono i Pala, che dagli anni Cinquanta dello scorso secolo producono vini verticali e temperamentosi. Oggi a guidare l'azienda è Mario, terza generazione di una famiglia di viticoltori per vocazione. Pala conta su otto tenute sparse, anche se la cantina ha sede a Serdiana, a Nord di Cagliari.

La carta dei vini Pala è conseguentemente assai ricca, una palette di profumi sardi. Noi abbiamo di recente potuto assaggiare l'Entremari nell'annata 2016, uno dei bianchi più longevi dell'intera isola: un blend di Vermentino, Chardonnay e Malvasia dalle vigne Is Crabilis a Ussana e Acquasassa a Serdiana, che fa solo acciaio per consentire ai profumi eleganti di frutta matura e al sapore nervoso e spesso di non essere alterato. Davvero uno dei vini dell'estate 2018.

Forse meno stagionale ma comunque notevole il Cannonau Riserva (2014), che affina per dodici mesi in botti di rovere francese ed è un vero affresco dell'isola: cupo, impenetrabile, perfino misterioso, eppure elegante. Ideale compagno per un un barbecue.

Il Bovale in purezza Essentija (2014) arriva dai terreni di terralba e Uras ed è magnificamente asciugante e quasi salino.

Un grande esemplare di un vitigno che ha quasi rischiato di scomparire dal panorama enoloco sardo a causa del progressivo abbandono. Sarebbe un peccato.

Pala è tanto altro. per esempio il S'Araj e il Vermentino Stellato. Cercate e scoprite.

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