da Roma
Anche nella Romania di Nicolae Ceausescu e nella Bulgaria di Todor Zhivkov si tenevano, a volte, le conferenze stampa. In realtà si trattava di ampollosi discorsi propagandistici, declamati davanti a una dozzina di giornalisti annoiati, ai quali non poteva far seguito ciò che in Occidente è il cuore di ogni incontro con la stampa: le domande e le risposte. Nella notte fra venerdì e sabato, a palazzo Chigi, abbiamo assistito - fra lo sbalordito e lo sgomento - a una riedizione anni Duemila di quelle conferenze stampa.
In fondo, il meno peggio è stato proprio il premier. Romano Prodi ha servito la sua solita portata di slogan un tanto al chilo: il più intelligente è stato «abbiamo ascoltato il Paese, e ci siamo fatti ascoltare», figuratevi gli altri. Ma, forse conscio del fatto daver approvato una Finanziaria impresentabile, ha chiuso il pistolotto in pochi minuti e se nè andato via, lasciando il podio a Tommaso Padoa-Schioppa e a Vincenzo Visco. E qui siamo precipitati in piena conferenza stampa bulgara. «Tps» lha presa alla larga, partendo ovviamente dai «conti difficili da risanare ereditati dal precedente governo», per finire ai rimpianti - solo due - per quello che si sarebbe potuto fare e non è stato fatto.
Fra linizio e la fine dellesposizione è passata circa mezzora, che per una conferenza stampa moderna è un tempo siderale. Complice lora tarda, fra i superstiti della sala stampa - quasi piena nonostante lo sciopero dei giornalisti dagenzia e della carta stampata - ha cominciato a serpeggiare la noia. Qualche timido tentativo di alzata di mano per una domanda è stato ignorato. Quando il ministro dellEconomia si avviava verso la mezzora di monologo, persino il Tg di Sky - che trasmetteva levento in diretta - ha interrotto la trasmissione, e il conduttore stremato ha detto: «Chi vuole continuare a seguire la conferenza stampa prema il tasto verde».
I masochisti che lhanno fatto hanno potuto godersi in diretta lhumour di Vincenzo Visco, che ha accusato di malafede tutti coloro che hanno giudicato la Finanziaria, e segnatamente la manovra sullIrpef del Visco medesimo, una stangata sul ceto medio. «Sono sconcertato dalle polemiche ad arte su materie che non conoscono», ha detto riferendosi allopposizione. Brillantissimo laneddoto sui dipendenti del ministero delle Finanze che sarebbero andati dal viceministro a dirgli: «Se quelli da settantamila euro sono classe media, noi che cosa siamo»? A quel punto, persino Enrico Letta non ha resistito più.
No, rispondono Visco e Letta, non si può. Siamo in Bulgaria. Buonanotte.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.