Cronaca locale

Migranti, "Regia libica dietro la tratta degli esseri umani"

In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, il presidente della Corte d'Appello di Palermo parla del business dietro agli sbarchi di migranti

LaPresse/Ingenito
LaPresse/Ingenito

Milizie, forze dell'ordine corrotte e associazioni criminali. C'è una vera e propria regia centralizzata del traffico di migranti curata da gruppi criminali libici. A dirlo è il presidente della Corte d'Appello di Palermo, Matteo Frasca, nella relazione presentata durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario.

"I dati acquisiti - spiega Frasca - permettono ora di individuare una regia centralizzata del traffico di esseri umani, composta da un gruppo stabile di soggetti, spesso provenienti dalle milizie libiche o dalle stesse forze dell'ordine di quel Paese, con modalità operative collaudate, quali, ad esempio, la pubblicizzazione dei viaggi su internet". Nella relazione vengono rilevati "i solidi collegamenti sia con le case di prigionia e i relativi carcerieri che con le bande addette al sequestro di persona, al fine di procacciare migranti. Sono stati approfonditi i possibili rapporti tra le suddette associazioni criminali straniere e quelle italiane, verificando che l'unico momento di intersecazione è costituito dal mercato delle false assunzioni, dei falsi matrimoni, dei falsi ricongiungimenti familiari ai fini del rilascio del permesso di soggiorno".

"Di converso - prosegue la relazione - si è registrato un vertiginoso accrescimento degli sbarchi fantasma provenienti dalla rotta tunisina. Un fenomeno di vaste dimensioni, riconducibile a un disegno della criminalità organizzata radicata in Tunisia ma in stretto contatto con quella italiana".

Sui magistrati in tv

"É indispensabile che nelle relazioni dirette con gli organi di informazione si osservino scrupolosamente principi che esprimano una cultura dell'informazione appropriata per contenuto e tempistica, che si abbia la consapevolezza che la giurisdizione si esercita nelle aule di giustizia e non nei salotti televisivi, che i magistrati non devono parlare dei processi in corso, che i dirigenti degli uffici ai quali compete di fornire informazioni sui fatti di rilevanza pubblica rispettino i doveri di sobrietà e verità".

"Analogo invito all'impegno va rivolto all'Avvocatura - prosegue Frasca - che deve fare la propria parte superando la fase della denuncia delle inefficienze e della critica e proseguendo e intensificando quella della proposta autentica e responsabile. L'Avvocatura rivendica il rafforzamento del proprio ruolo nella Costituzione e ciò è pienamente condivisibile; ma tutto ciò richiede anche la coerente disponibilità all'assunzione di responsabilità sempre più elevate".

La stoccata ai magistrati "in piazza"

"Le piazze plaudenti non devono interessare i magistrati. Esse esprimono la legittima pretesa dei cittadini al rispetto della legge, ma da un lato possono ingenerare aspettative ingiustificate nell'azione giudiziaria attribuendole funzione catartica e dall'altro alimentare ansiose e pericolose spinte al raggiungimento di risultati che non appartengono all'esercizio della giurisdizione e alla sua funzione di garanzia costituzionale". É un altro passaggio della relazione del presidente Matteo Frasca, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario in corso al Palazzo di giustizia.

"I magistrati parlano innanzitutto con i propri provvedimenti - aggiunge Frasca - ed è pertanto necessaria la chiarezza delle decisioni adottate nell'esercizio della giurisdizione.

Ed è altrettanto necessario che siano comprensibili le deliberazioni dell'organo di governo autonomo che spieghino le ragioni delle scelte adottate".

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