Manfredi Palmeri prepara le dimissioni dal consiglio comunale. Non subito, il candidato sindaco del Terzo Polo lascerà la presidenza dellaula dopo il 21 marzo. Quando saranno convocati i comizi elettorali e avrà bisogno di girare la città a caccia di voti più che rimanere bloccato per ore in aula a discutere e approvare gli ultimi progetti della giunta Moratti. Ma un passo indietro non farebbe in questo momento comodo neanche alla maggioranza (anche se parte del Pdl ha chiesto un «sussulto di dignità a Palmeri»). Laula sta discutendo il bilancio di previsione 2011 ed entro fine settimana dovrebbe arrivare finalmente il via libera. Se il presidente rimettesse le deleghe invece il regolamento imporrebbe di interrompere le sedute e avviare la procedura per eleggere il nuovo. Il rischio è di restare in stallo per parecchi giorni. Dunque: Palmeri domani presenterà la candidatura al fianco dei coordinatori regionali di Fli, Api, Udc e lex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, che sosterrà una formazione civica alleata (solo verso fine settimana arriveranno esponenti nazionali del terzo polo). In quella sede difenderà la scelta di restare sulla poltrona come segno di responsabilità istituzionale. Ma va anche detto che la vetrina delle celebrazioni per i 150 anni dellUnità dItalia, tra il 17 e il 20 marzo (quando arriverà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) sono una vetrina a cui si presenterebbe con meno risalto senza il ruolo che ricopre.
Una volta convocati i comizi quindi, Palmeri ha tutta lintenzione di lasciare la poltrona per dedicarsi completamente alla campagna elettorale. Ma discuterà i modi ad un tavolo con i capigruppo. A quel punto resteranno poche sedute di consiglio prima di fine mandato e alcuni assessori che hanno delibere urgenti in discussione, dallaccordo di programma su Expo al piano di azzonamento acustico alla vendita di Sea, non vedrebbero di buon occhio perdere tempo e sedute per la nomina di un nuovo presidente. Palmeri potrebbe rinunciare alla guida del consiglio e al compenso, lasciando il posto ai vice Stefano Di Martino (Pdl) e Andrea Fanzago (Pd). Se le dimissioni venissero formalizzate invece la rielezione sarebbe inevitabile.
Il candidato del terzo polo intanto incassa lappoggio più convinto del Pd che da parte dei suoi supporter dellUdc. «Per noi è positivo che si apra unalternativa al centrodestra milanese - assicura il consigliere provinciale del centrosinistra Roberto Caputo -. Ora cè questa proposta politica, ci confronteremo.
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