Palmeri pronto a imbarcare i socialisti e Croci

La premessa è chiara: «No agli slogan». Ma «vogliamo rendere speciale Milano speciale attraverso la sua normalità» una città che «si è chiusa in sé stessa e deve diventare una capitale europea», una Milano «che aspetta una nuova primavera». E dunque, ca va sans dire, il candidato sindaco del «Terzo polo» si presenterà alla gente il 21 marzo per annunciare una nuova stagione per Palazzo Marino. Un evento «in strada con la gente, non nei teatri o nei palazzi» è il riferimento ai competitor Giuliano Pisapia e Letizia Moratti. Manfredi Palmeri ha ufficializzato ieri la corsa per le comunali affiancato dagli esponenti regionali e locali di Udc, Fli e Api. Il partito di Casini non rinuncerà al simbolo sulla lista, per gli altri «le valutazioni sono in corso» assicura il finiano Giuseppe Valditara ma la strada dovrebbe essere un listone civico con i candidati di Fli, rutelliani e sostenuti da Massimo Cacciari. E sarà difficile a urne aperte stabilire il peso del partitino di Fini sul territorio. A quest’area si starebbero avvicinando anche i socialisti di Roberto Biscardini e gli ambientalisti dell’ex assessore ai Trasporti Edoardo Croci, pronte liste d’appoggio. Palmeri è presidente del consiglio comunale e dichiara: «Sono e sarò un uomo delle istituzioni, chiuso il lavoro sul Bilancio incontrerò tutti i capigruppo, di maggioranza e opposizione, e sceglieremo che cosa è meglio fare per i cittadini». Ma non farà un passo indietro prima del 21 marzo (e delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia e le Cinque giornate, vetrine «ghiotte»).
Al tavolo anche Bruno Tabacci, fino all’ultimo sponsorizzato come candidato dall’Udc e dal gruppo di intellettuali intorno a Marco Vitale, ora assicura «sostegno e conforto» a Palmeri. «Non abbiamo bisogno di nomi eclatanti, potevamo avere Tabacci o Alberto Mattioli, abbiamo scelto quello che unificava di più» afferma Pezzotta, ma «oggi il primo partito è quello dell’astensione e puntiamo a conquistarlo». Una sfida che parte da Milano perché «qui è nato il berlusconismo, il leghismo, le innovazioni». Per scaramanzia il terzo polo non vuol parlare di un ballottaggio che li escluda. Ma si dice «equidistante a Moratti e Pisapia». Come dire, le contrattazioni saranno aperte.

«Valditara, Muscardini, Ciabò» cita tutto lo schieramento il vicecoordinatore del pdl milanese Marco Osnato, per dire che è «già un test fallito in partenza dei trasformisti del flop. Se questo è il nuovo che avanza, preferiamo il vecchio».

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