da Milano
Ci voleva proprio un grande Papa per tirare su gli ascolti di Raiuno. Si sa, con i santi, i preti e la nazionale di calcio il pubblico è assicurato. E, poi, con la vicenda complessa di un pontefice sulla cui morte ancora ci si interroga, vengono toccati i tasti giusti del pubblico italiano. Infatti la fiction Papa Luciani-il sorriso di Dio ha sfiorato i 9 milioni di spettatori (8.988.888 per la precisione) con uno share del 33,07% spazzando via il povero Alessandro Preziosi alle prese con il furto della Gioconda che su Canale 5 si è fermato a 3.189.000 spettatori, con il 13,81% di share. Certo si è lontani dagli share che passavano il 40 e anche (nelle seconde puntate) il 50 per cento dei vari Papa Giovanni del 2002 o dei Padre Pio del 2000, ma un 33 per cento - in questo inizio di stagione che mostra segni evidenti di crisi delle reti generaliste - è grasso che cola. Il pubblico che lunedì sera ha seguito i primi passi nel sacerdozio di Albino Luciani era fatto soprattutto di anziani e persone dalla bassa scolarità, però anche i giovani non si sono tirati indietro: in sostanza, uno su quattro si è sintonizzato su Raiuno. La maggior parte dei ragazzi, comunque, si è incollata a seguire le curve fisiche ed emotive della finale della Pupa e il secchione (quasi uno spettatore su due tra i 15 e i 19 anni lunedì guardava Italia Uno). Tanti i bambini che hanno voluto seguire il «sorriso di Dio». Sopra i 65 anni, la metà delle donne e il 39 per cento degli uomini che in prima serata guardavano la televisione, ha fatto compagnia ai più piccoli. La fiction ha avuto naturalmente un boom di ascolti in Veneto, la regione dove Luciani è nato (in provincia di Belluno): 45% di ascolto ex aequo con la Puglia.
Ovviamente soddisfattissimo Neri Marcorè, che si è calato con bravura nei panni del Papa e si è misurato bene anche con linflessione veneta. «Mi sento un po frastornato da queste cifre grosse - ha commentato ieri -, non sono abituato a questi grandi numeri». Che non sono certo quelli che realizza alla domenica su Raitre dove conduce Per un pugno di libri. «Avevo timore a ricoprire il ruolo di Albino Luciani, prima sacerdote, poi vescovo, poi Patriarca di Venezia e infine Papa. L'umiltà che caratterizzava questo Pontefice era tale che all'inizio mi incuteva timore l'idea che dovessi trasferire la sua figura sul piccolo schermo».
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