Andrea Tornielli
«Un grande discorso» per un evento storico, quello che ha visto un Papa tedesco varcare la soglia del campo di sterminio di Auschwitz. Ma non sono mancate le critiche su quanto ha detto domenica Benedetto XVI, al termine della cerimonia: è stato fatto osservare che Ratzinger avrebbe «assolto» il popolo tedesco, attribuendo soltanto a un «gruppo di criminali» la responsabilità di quanto accaduto, così come è stata notata lassenza di una formale richiesta di perdono a nome dei cristiani che non si comportarono a dovere in quel frangente. Il Giornale ha girato queste obiezioni al vescovo di San Marino-Montefeltro, Luigi Negri, autore di vari libri sulla storia del cristianesimo.
Non le sono sembrate troppo poco problematiche le parole riguardanti il popolo tedesco?
«Auschwitz è stata lestrema, radicale, lucida e coerente espressione della logica dellideologia nazista. I carnefici dei lager consideravano la violenza e leliminazione fisica dellavversario come una possibilità di incremento della forza della propria ideologia. Questi mediocri studenti di Hegel, quali erano Hitler e i suoi criminali collaboratori, avevano imparato che la violenza ideologica diventa violenza fisica, e la distruzione dellavversario può essere fatta assurgere a virtù civile: per questo molti dei responsabili intermedi della Shoah credevano in coscienza di ubbidire allo Stato, che per loro era tutto. Bisogna ribadire che i lager nazisti, così come i gulag stalinisti, sono il momento più coerente dellideologia totalitaria, non un errore di percorso... ».
Non mi ha risposto sulle responsabilità dei tedeschi...
«Non so chi possa ancora pensare, allinizio del terzo millennio, che le masse popolari siano state le vere protagoniste della storia. Cè una sola eccezione, e riguarda quella entità etnica sui generis rappresentata dai cristiani. Attribuire la responsabilità del nazismo e di ciò che il nazismo ha compiuto al popolo tedesco è superficiale. Quel popolo è stato manipolato da una macchina infernale che voleva impedire ogni smagliatura del potere. Ma le smagliature ci sono state: cè chi si è fatto uccidere per tenere fede ai propri ideali, comè accaduto ai cattolici della Rosa Bianca».
Perché Benedetto XVI non ha voluto entrare nel merito delle responsabilità?
«Trovo strana la critica che è stata rivolta al Papa. Tutti hanno giustamente esultato quando la Chiesa ha ribadito con grande chiarezza che la responsabilità delluccisione di Gesù non poteva in alcun modo essere attribuita meccanicamente e globalmente al popolo ebraico - come purtroppo spesso è avvenuto lungo i secoli -, ma soltanto ad alcuni dei suoi capi, come peraltro diceva esplicitamente Pietro in una delle sue prime predicazioni qualche giorno dopo la resurrezione di Cristo».
Mi scusi, ma il paragone non regge. Lo sterminio sistematico del popolo ebraico è stata unoperazione decisa da pochi ma eseguita da molti. Molti sono stati conniventi, anche tra i cristiani...
«Sì, tanti sono stati conniventi, ma da qui a incolpare un intero popolo ce ne passa. Facendolo, rischieremmo di cadere in una visione razzista».
Che cosa pensa del mancato accenno allantigiudaismo cristiano?
«Su questo Joseph Ratzinger è stato chiarissimo ed è intervenuto più volte. Nel dicembre 2000 aveva affermato: Nella storia della cristianità le relazioni già difficili tra cristiani ed ebrei degenerarono ulteriormente, dando origine in molti casi addirittura ad atteggiamenti di antigiudaismo, che ha prodotto nella storia deplorevoli atti di violenza. Anche se lultima esecrabile esperienza della Shoah fu perpetrata in nome di unideologia anticristiana, che voleva colpire la fede cristiana nella sua radice abramitica, nel popolo di Israele, non si può negare che una certa insufficiente resistenza da parte dei cristiani a queste atrocità si spiega con leredità antigiudaica presente nellanima di non pochi cristiani.
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