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Par condicio nei talk show Vigilanza Rai in campo: sono norme inammissibili

Zavoli respinge le norme al regolamento per le amministrative che prevedono la sostituzione delle trasmissioni politiche ai programmi di informazione. Il Pdl: "Stupiti, possibile abuso". Seduta sospesa

Par condicio nei talk show 
Vigilanza Rai in campo: 
sono norme inammissibili

Roma - Il presidente della Commissione di vigilanza Rai, Sergio Zavoli, relatore del regolamento per la par condicio per le elezioni amministrative, ha dichiarato inammissibili i quattro emendamenti presentati dal Pdl che equiparavano i programmi di informazione e approfondimento a quelli di comunicazione politica, e che avrebbero potuto portare la Rai a ripetere, in vista del prossimo turno elettorale di maggio, la sospensione dei talk show decisa lo scorso anno per le elezioni regionali.

Zavoli scende in campo Zavoli ha rilevato che "una equiparazione esplicita oltre che di fatto tra comunicazione politica e programmi di informazione determinerebbe effetti impropri sull’autonomia della Rai". Il presidente della commissione, nel rilevare l’inammissibilità di due emendamenti della maggioranza e di due commi di un terzo, ha richiamato la legge 28 del 2000 oltre che le sentenze della Corte Costituzionale e del Tar del Lazio. Nel corso della replica, Zavoli ha aggiunto: "Non posso che condividere i timori di quanti paventano il rischio di ripetere l’esperienza verificatasi lo scorso anno per le elezioni regionali, quando i timori della Rai su tale assimilazione hanno indotto l’azienda a sospendere i talk show". "La predetta assimilazione - ha proseguito - comporterebbe l’imposizione alla Rai di un carico eccessivo di impegni operativi con diverse conseguenze: in primo luogo una forte limitazione della libertà di espressione e dell’autonomia professionale dei giornalisti; in secondo luogo la sottrazione di spazi agli adempimenti del servizio pubblico a vantaggio di consultazioni elettorali che interessano poco più delle percentuale di elettori richiesta per l’applicazione della par condicio (il 27% dell’elettorato) e che riguardano tematiche di interesse eminentemente locale; e altre che suscitano difficoltà tali, a livello organizzativo, da rendere praticamente impossibile effettuare in tempo utile i vari adempimenti necessari, anche in considerazione dell’alto numero di soggetti da coinvolgere". "Possiamo invece convenire - ha detto ancora Zavoli - sulla proposta di coinvolgere in forma non prescrittiva l’ambito nazionale delle trasmissioni Rai per fornire un’adeguata informazione sulle elezioni".

Il Pdl chiede la sospensione Per la sorpresa delle dichiarazioni di Zavoli il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti, ha chiesto al presidente Zavoli di sospendere la seduta paventando un abuso che potrebbe portare a rivolgersi ai presidenti delle Camere. La dichiarazione di inammissibilità, ha detto Butti, "ci coglie di sorpresa per questo chiediamo di sospendere qualche minuto la seduta per riunire il gruppo. Si parla di inammissibilità per due volte nell’arco di dieci giorni, prima sull’atto di indirizzo per il pluralismo e ora sul regolamento per le amministrative. Non vorremmo che si abusasse di questo strumento per decidere che quello che viene indicato dalla maggioranza non va mai bene". Butti ha ricordato che a norma di regolamento del Senato è il presidente Schifani a pronunciarsi in ultima battuta sull’ammissibilità" ma siccome abbiamo il massimo rispetto nei suoi confronti - ha detto rivolto a Zavoli - le chiediamo una interruzione della seduta per poterci riunire. Non vorremmo appellarci a lei per un riesame della dichiarazione di inammissibilità perché ciò comporterebbe una informazione di quanto accaduto ai presidenti di Camera e Senato".

La seduta è stata quindi sospesa per qualche minuto.

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