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Par condicio pure per Sky, La7 e Mediaset Scattano i ricorsi

In mezzo al putiferio scatenatosi - dietro le barricate i giornalisti Rai sono stati affiancati dai colleghi di Mediaset, Sky e La7 - l’unico a mostrare un certo aplomb, misto a una malcelata soddisfazione, è il radicale Marco Beltrandi: «Con la prevedibile adozione da parte dell’Agcom del regolamento attuativo della par condicio per le tv private, conforme a quanto deciso dalla commissione di Vigilanza Rai, è stata spazzata via una delle più clamorose bugie raccontate da Viale Mazzini e dalla politica ad esso legata, sul regolamento adottato per la Rai (regolamento di cui Beltrandi era il relatore in Commissione, ndr), ritenuto responsabile di una situazione di squilibrio a vantaggio delle tv private».
Beltrandi gongola. Tutt’intorno è bufera. Ieri l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) ha deciso di estendere alle tv private le stesse norme varate dalla Vigilanza per la Rai. E dunque nell’ultimo mese prima del voto «le tribune politiche sono collocate negli spazi radiotelevisivi che ospitano le trasmissioni di approfondimento più seguite, anche in sostituzione delle stesse, o in spazi di analogo ascolto»; e «le trasmissioni di informazione, con l’eccezione dei notiziari, sono disciplinate dalle regole proprie della comunicazione politica».
Immediata la reazione dei due colossi della tv privata italiana, Mediaset e Sky, che, per una volta dalla stessa parte, hanno già annunciato ricorso al Tar. Mediaset da parte sua giudica le norme una «violazione della legge sulla par condicio come interpretata dalla Corte Costituzionale» e la loro estensione automatica alle private «assolutamente priva di fondamento» e soprattutto intravede «gravi pregiudizi alla libertà editoriale e di impresa, entrambe costituzionalmente garantite». «Grande rammarico» da parte di Sky, che chiederà la sospensione di un provvedimento «in evidente violazione dei principi di libero mercato ma, soprattutto, del principio di libertà d’opinione e di espressione previsto dalla Costituzione». Sul fronte La7, in attesa delle decisioni ufficiali dell’azienda, ha parlato Gad Lerner: «Si puniscono gli approfondimenti e si lascia mano libera ai tg faziosi».

La decisione dell’Agcom non è peraltro stata votata all’unanimità: hanno votato a favore di un regolamento fotocopia di quello Rai i commissari Michele Lauria, Gianluigi Magri e Sebastiano Sortino; contrari Giancarlo Innocenzi e il presidente dell’Autorità Corrado Calabrò, che nei giorni scorsi aveva già affidato tutte le sue perplessità a una lettera al presidente della commissione di vigilanza Rai Sergio Zavoli. Intanto Michele Santoro ha già approntato l’«Annozero» formula senza politici: e questa sera ospiterà Morgan.

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