
Dalla lotta per la casa, all'esaltazione di Ramy Elgaml (il ragazzo morto in moto il 24 novembre mentre sfuggiva all'inseguimento dei carabinieri) per approdare fino alla battaglia in difesa di un presunto terrorista legato alle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa: è la parabola del centro sociale occupato sorto nell'aprile scorso nello stabile al Corvetto dove generazioni di milanesi hanno portato i loro pargoli a vaccinare. Dopo il trasferimento del centro vaccinale, l'immobile all'angolo tra via Brenta e corso Lodi è rimasto a lungo abbandonato. Fin quando non è stato preso di mira da un gruppo di antagonisti e di immigrati di prima e seconda generazione, che lo hanno occupato facendone la loro roccaforte.
Bandiere palestinesi alle finestre, slogan in memoria di Ramy, striscioni per la regolarizzazione dei clandestini. Ce n'era già abbastanza perchè nelle settimane scorse lo stabile richiamasse l'attenzione della Digos. Ora il salto di qualità e probabilmente di pericolosità. La facciata del centro sociale è stata tappezzata di manifesti che invocano in italiano e in arabo «libertà per Anan Yaeesh». Cioè per il militante palestinese arrestato il 17 gennaio 2024 all'Aquila su richiesta di Israele, accusato di pianificare attacchi terroristici nei confronti dello Stato ebraico, e colpito due mesi dopo anche da un'ordinanza di custodia richiesta dal pool antiterrorismo della Procura dell'Aquila. Secondo i pm del capoluogo abruzzese, Yaeesh e i suoi connazionali Ali Irar e Mansor Dogmosh avevano impiantato in Italia una filiale delle Brigate Al-Aqsa, la struttura nata come ala militare di Al Fatah, in contrapposizione con Hamas, ma progressivamente radicalizzatasi. Il riferimento diretto di Yaeesh e dei suoi complici è il «gruppo di Risposta rapida - Brigata Tulkarem», che opera in Cisgiordania ed è specializzata sia in guerriglia urbana che in attacchi diretti alle forze militari israeliane. Nelle indagini della Digos dell'Aquila i tre palestinesi di stanza in Abruzzo pianificavano un'azione terroristica contro l'insediamento israeliano di Avnei Hefetz con l'utilizzo di un'autobomba. «Si tratta di un'unità suicida, pronta ad agire in profondità e la nostra azione sarà prossima», diceva Yaeesh parlando col capo militare di Al-Aqsa, Munir Almagdah, nel gennaio dello scorso anno.
Dopo l'arresto da parte delle autorità italiane, Israele ha rinunciato a chiedere l'estradizione dei tre, lasciando che sia la giustizia italiana a occuparsene; il processo in corso all'Aquila riprenderà proprio stamattina. In sostegno di Yaeesh (difeso da Flavio Rossi Albertini, legale dell'anarco-terrorista Alfredo Cospito) si sta muovendo l'ala più estrema della galassia pro-Pal.
E la discesa in campo del centro sociale del Corvetto è un segno della radicalizzazione dei gruppi misti che ruotano intorno ad altre case occupate della zona di via dei Cinquecento, e che ora hanno nell'ex centro vaccinale la loro base.