Un paracadute da 500 miliardi dall’Europa

La riunione dell’Eurogruppo si svolgerà domani pomeriggio a Bruxelles (ci sarà anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti) e servirà a mettere a punto l’articolata risposta che i Paesi della moneta unica intendono dare alla crisi dei debiti sovrani: dalla riforma della governance economica e del Patto Ue di stabilità e di crescita (vedi la stretta sui debiti pubblici) agli stress test bancari, dal rafforzamento dell’attuale fondo salva-Stati alla messa a punto del futuro fondo permanente. Su quest’ultimo fronte Bruxelles avrebbe oramai le idee chiare. Anche se fonti vicine al commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn, sottolineano come «non vi sia ancora nulla di deciso».
Il documento della Commissione Ue citato dal settimanale tedesco Der Spiegel prevede che il futuro Fme - operativo dalla metà del 2013 - sia dotato di 100 miliardi di fondi propri, ma abbia una capacità effettiva di movimentare fino a 500 miliardi di euro. Gli azionisti del Fondo saranno i Paesi dell’euro zona e ognuno contribuirà in base alla sua quota di partecipazione nel capitale della Bce. Alla somma dell’Fme si aggiungeranno poi le risorse provenienti dal bilancio Ue e il contributo dell’Fmi.

L’attuale fondo salva-Stati è dotato di 440 miliardi di euro, ma la capacità effettiva di erogare prestiti è inferiore. L’Fme potrà quindi concedere ai Paesi in difficoltà - ma a condizioni molto severe - prestiti anche per poter riacquistare sui mercati parte del proprio debito pubblico.

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