Parco Adda Sud Il gambero rosso, un «killer» che minaccia argini e torbiere

Ma c’è un killer che preoccupa gli ambientalisti forse anche più delle tartarughe americane e che è originario, neanche a dirlo apposta, anch’esso della Louisiana. È un gambero rosso, comparso nel nostro Paese da una decina d’anni e importato a scopo vivaistico e alimentare soprattutto nel nord e centro Italia.
Questo crostaceo d’acqua dolce è già tristemente famoso in Toscana, dove si è moltiplicato in modo esplosivo nel lago di Massaciuccoli (Lu), determinando la forte sofferenza della fauna ittica autoctona data la sua abitudine di scavare tane lunghe fino a un metro e mezzo, causando gravi problemi strutturali alle sponde del lago e dei canali circostanti. «Ma è già infestante - dice Riccardo Groppali, direttore del Parco Adda Sud - anche a Marcaria, vicino a Mantova, tra le aree golenali dell’Oglio e le grandi torbiere popolate da aironi; a Bosco Negri, vicino a Pavia; nel Cremonese; nel Cuneese e in alcune località dell’Emilia. E sembra che la sua marcia sia solo all’inizio». Infatti il procambarus clarckii, questo il nome scientifico del killer d’acqua dolce, si riproduce con tantissima facilità, si nutre di molluschi, insetti, uova di anfibi e uova di pesci ed è in grado di espandersi a macchia d’olio grazie alla capacità di spostarsi per brevi tratti anche fuori dall’acqua. «Ha pochi antagonisti - prosegue Groppali - e sopporta ogni forma di inquinamento: può perfino ingerire minerali pesanti, presenti in molti scarichi industriali, trasportandoli nella catena alimentare fino all’uomo».

Una vera bomba a orologeria della lunghezza di 10 centimetri circa, starebbe marciando alla conquista delle nostre acque interne senza incontrare resistenze. «L’unica speranza - conclude Groppali - è che qualche malattia causata dal sovrappopolamento, ne riesca a ridimensionar il numero».

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