E adesso un esposto alla procura della Repubblica. Non trova pace il Parco del Flauto Magico, l'opera d'arte a cielo aperto progettata da Lele Luzzati a Santa Margherita. La polemica tra la maggioranza e l'opposizione, che per diversi anni ha sistematicamente inveito contro lo stato di abbandono del Flauto, sembrava chiusa con gli ultimi lavori di riqualificazione e la re-inaugurazione quando, di recente, il consigliere di minoranza Andrea Bernardin ha annunciato di aver informato la procura - insieme alla polizia municipale, a quella provinciale e al corpo forestale - sulla collocazione impropria del nuovo impianto di illuminazione. I fari, infatti, sono stati fissati su una dozzina di alberi, appositamente trapanati per poter dare alloggio a tasselli e staffe a rampone. «Male», tuona Bernardin paventando lesioni alle piante e sventolando un'ordinanza. Si tratta della misura, varata nel 1995 e recepita nei mesi scorsi dal nuovo regolamento di polizia municipale, che vieta ogni genere di affissioni che possono procurare danni al patrimonio arboreo. I manifesti no e i fari si? Il sindaco Claudio Marsano ammette che l'osservazione di Bernardin può essere sensata ma si rimette al parere degli uffici tecnici. Del responsabile del procedimento Maurizio Celle, innanzitutto: «Abbiamo varato quest'operazione perché meno impattante e dannosa dell'uso di lacci, funi e staffe esterne - dice - Si tratta di un impianto provvisorio, necessario perché il Parco possa ospitare manifestazioni serali nei mesi estivi. Il progetto definitivo prevede però il posizionamento di appositi pali». Claudio Dodi, dell'ufficio tecnico, parla invece - manuale alla mano - di «specifiche tecniche dendrochirurgiche per praticare fori senza danneggiare l'albero».
Bernardin è però incontenibile: «Il Comune non ha in organico un agronomo e gli uffici hanno progettato l'impianto consultando un semplice libro.
Il parco di Luzzati finisce in procura
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