Paolo Giovanelli
da Milano
Uno scontro tra due debolezze: così ieri una fonte francese definiva la partita Enel-Suez. Con il risultato che ben difficilmente ci sarà un vincitore. Da un lato lEnel ha ormai abbandonato lidea di lanciare unOpa sul gruppo francese, rinunciando allunica seria arma che aveva in mano e affidandosi alle pressioni politiche del governo italiano. Dallaltro proprio ieri si è tenuto allAssemblea dei deputati francese il dibattito sulla fusione Suez-Gaz de France, che il governo di Parigi si dice ben deciso a condurre in porto, previa una privatizzazione di Gdf che il premier Dominique de Villepin non sembra aver la forza di realizzare.
Sia Villepin, sia il ministro delle Finanze, Thierry Breton, hanno ripetutamente sostenuto che senza fusione Gdf «rimarrebbe isolata» e che «per contare occorre essere un gigante»: «Abbiamo la possibilità di creare un nuovo campione a livello mondiale nel settore del gas» ha sostenuto Villepin. «la fusione è il miglior progetto ipotizzabile» ha aggiunto Breton. «Oggi lo schema predominante è quello di una fusione» con Suez, ha detto un portavoce del governo francese, che ha pure ammesso che «altri schemi sono allo studio» e che lesecutivo «sarà molto attento ad altre proposte».
Ma lo stesso partito di governo è diviso e un suo rappresentante allAssemblea ha detto che «non può contare sulla maggioranza» e non basta lappello al patriottismo economico. E in questa situazione lopposizione del sindacato alla privatizzazione di Gaz de France è furibonda. Così è ben difficile immaginare che il governo riesca a far approvare il provvedimento entro luglio come vorrebbe Villepin.
Unimpasse che però non favorisce lEnel, che in ogni caso si trova bloccata: la trattativa indiretta con Suez si è fermata da tempo e se lEnel non lancia lOpa non si vede perchè Gerard Mestrallet, boss di Suez, dovrebbe cedere. Lunica speranza di Fulvio Conti, ad Enel, è che la pressione politica del governo italiano convinca i francesi a cedere almeno alcuni asset. Ma il ministro Pier Luigi Bersani ieri ha ammesso che lincontro con il suo omologo francese François Loos non è stato ancora fissato, anche se lItalia sta avviando i primi contatti.
Se mai, curiosamente, sono gli stessi sindacati francesi ad avanzare una proposta che potrebbe aprire uno spiraglio a Enel: non fare una fusione Suez-Gdf, ma semplicemente arrivare a delle partecipazioni incrociate, in cui fare spazio al gruppo italiano. E anche una parte del partito di governo, a cominciare dal presidente della commissione Finanze Pierre Mehaignerie, preconizza un'alleanza comprendente il gruppo italiano e un alleato belga in modo da tranquillizzare le relazioni con i due paesi.
Intanto, secondo il quotidiano Les Echos, lunedì prossimo la Commissione europea aprirà unindagine approfondita sulla fusione Suez-Gaz de France.
Enel ieri ha guadagnato lo 0,7% su un ritorno di voci di una fusione con Eni, Suez lo 0,82%.
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