«Parlo già quattro lingue E ora studio il milanese»

Non è arrivata per caso a Milano, né è stata una scelta di ripiego. Per lei Narinè Tchilinguirian, libanese, 26 anni, una laurea con lode in Architettura d’Interni è stata una scelta. «Milano è capitale del design e quella del Politecnico è una delle lauree magistrali migliori in Europa».
Narinè due anni fa è stata scelta per frequentare l’Alta Scuola Politecnica, una specializzazione riservata ogni anno a 150 studenti scelti fra chi vanta il curriculum migliore dei quali il 25 per cento arriva dall’estero. «La borsa di studi offerta dal Politecnico era tra le migliori - racconta Narinè - e il programma di ricerca è il più completo». Certo Milano al primo impatto è una città non facile. «All’inizio l’ho trovata un po’ chiusa. Non nascondo che per una persona che viene dall'estero e che non parla bene l’italiano non è facile integrarsi. Ho pensato: sto qui il tempo di fare la specializzazione e cado via. Oggi a distanza di due anni ho cambiato idea. E spero che anche il mio futuro professionale possa svolgersi qua». In realtà serve un po’ di rodaggio, spiega Narinè, «poi è una città positiva che offre tanto sia dal punto di vista culturale che sociale». «Arrivo da Beirut - continua la ricercatrice - parlo quattro lingue oltre l’italiano, spero di poter lavorare nel campo del design. Qua ci sono le scuole, ma anche le aziende che hanno fatto la storia del design d’interni».

Secondo una ricerca sulla competitività di Milano commissionata dal Comune al Politecnico emerge come molti imprenditori stranieri ritengono il capoluogo lombardo come un’importante porta d’accesso per il mercato italiano, tanto che il 32 per cento- una percentuale non da poco in tempi di crisi - si dichiara interessato alla possibilità di aprire una sede della propria società nel capoluogo lombardo. Gli investimenti esteri, segnala la ricerca, si indirizzerebbero soprattutto su commercio, distribuzione e logistica piuttosto che sulle attività di produzione e progettazione del design.