Parmalat, dal giudice Usa protezione permanente

da Milano

Robert Drain, giudice del Tribunale federale americano del fallimento, ha approvato la richiesta di Parmalat di protezione permanente dai creditori, in base alla legge fallimentare statunitense, che impedisce ai creditori di avanzare richieste nei confronti di una società in fase di riorganizzazione. Il gruppo alimentare si mette così al riparo per sempre da qualsiasi azione giudiziale venga avanzata per ottenere rimborsi in seguito al crac.
Nel suo comunicato, Parmalat aggiunge che il Tribunale ha respinto le obiezioni di Bank of America e di altre parti. Bank of America, da parte sua, in una nota si dice soddisfatta della forma finale dell’ingiunzione che «non influenzerà i diritti della banca nel contenzioso presso il tribunale distrettuale, non si applicherà al di fuori degli Stati Uniti e non indebolirà alcun diritto indipendente che la banca potrebbe avere contro consociate e controllate Parmalat che non si sono ristrutturate in base alla legge fallimentare italiana».
Bank of America precisa, inoltre, di non aver cercato di interferire con il piano di riorganizzazione del gruppo di Collecchio, sottolineando che l’applicazione permanente della protezione dai creditori «è semplicemente l’atteso riconoscimento degli sforzi di ristrutturazione di Parmalat da parte dei tribunali Usa». A Parmalat, sinora, era stata garantita la protezione temporanea, più volte prorogata, da parte del Tribunale federale di New York.
La protezione dai creditori è prevista dalla normativa che disciplina le procedure di insolvenza negli Stati Uniti, il cosiddetto «Chapter 11». Negli Usa, Parmalat ha pendenti cause per danni nei confronti di Bank of America, di Citigroup e di Grant Thornton.


L’annuncio della protezione permanente accordata al gruppo di Collecchio da parte della legge federale americana ha dato una spinta positiva al titolo: a Piazza Affari, Parmalat ha chiuso ieri in rialzo dell’1,31% a 3,24 euro.

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