da Milano
Il risanamento è completato, ma per Parmalat non è ancora giunto il momento di pensare alle acquisizioni. Anzi: nella scaletta delle priorità, viene prima la prosecuzione del processo di snellimento della catena societaria. Così ha risposto ieri il numero uno del gruppo di Collecchio, Enrico Bondi, alla comunità finanziaria, chiamata a raccolta per la presentazione dei dati semestrali.
Un buon primo semestre, archiviato con ricavi pari a 1,9 miliardi di euro, un margine operativo lordo di 159,8 milioni e un utile netto di 17 milioni, cui si sono aggiunti i risultati sulla stessa falsariga del bimestre luglio-agosto. Otto mesi positivi, dunque, che consentono ai vertici Parmalat di confermare gli obiettivi 2007: un ebitda (lindice che esprime la redditività) pari a 454 milioni e un fatturato di 3,895 miliardi, mentre per la fine del 2006 gli investimenti in conto capitale dovrebbero ammontare tra gli 80 e i 90 milioni.
Tra laltro, il prossimo esercizio dovrebbe risentire meno del pesante effetto delle spese legali sui conti. Costi, ha osservato Nicola Palmieri, responsabile dellufficio legale della società emiliana, che hanno raggiunto il picco «nel periodo compreso tra aprile e giugno. Ora ci aspettiamo un rallentamento e di raggiungere quota 40-45 milioni per la fine dellanno». Attualmente, è stato spiegato agli analisti, vi sono 75 azioni revocatorie pendenti per un totale di 7,26 miliardi, e azioni per danni in corso in Italia e negli Stati Uniti in fase di istruttoria. In particolare, vi sono tre azioni pendenti negli Stati Uniti nei confronti degli istituti di credito Bank of America (a New York) e Citigroup (nel New Jersey) e nei confronti delle società di revisione Deloitte & Touche e Grant Thornton (a New York).
Tutti e tre i procedimenti sono in fase di istruttoria e linizio dei giudizi è previsto, per quanto riguarda Bank of America e le società di revisione, verso la fine dellestate del 2007 mentre per quanto riguarda Citigroup lavvio del giudizio è stimato per linizio dellautunno del 2007.
Quanto a eventuali acquisizioni, Bondi ha spiegato che «dobbiamo consolidare lazienda prima di fare shopping in giro», mentre è confermata lintenzione di ridurre a 50, nel 2007, il numero di società del gruppo.
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