Caccia al Barcellona campione. Tutto pronto per la 55ª edizione del massimo torneo calcistico europeo, la 18ª edizione con la formula attuale (e la denominazione Champions League). La novità principale è la data della finale: per la prima volta si disputerà di sabato, il 22 maggio 2010, e la sede scelta é il Santiago Bernabeu di Madrid.
Quasi obbligatorio, dunque, per il Real dello «spendaccione» Florentino Perez (254 milioni di euro messi sul piatto per l'ultima campagna acquisti che ha visto indossare la camiseta blanca Cristiano Ronaldo, Kakà, Xabi Alonso e Benzema) centrare l'obiettivo della finale, anche per oscurare i rivali del Barça reduci dalla stagione del triplete (Champions, Liga e Copa del Rey) e dal più recente successo in Supercoppa Europea. Guardiola cerca il bis, anche se la rosa é corta e l'unico vero rinforzo è Zlatan Ibrahimovic. E proprio la sua ex squadra, l'Inter, terrà a battesimo la Champions dei blaugrana a San Siro.
Attenzione al Chelsea di Carlo Ancelotti, che quella Coppa l'ha alzata già tante volte sia da giocatore che da allenatore. A lui è affidato il compito non riuscito a Mourinho e, per un pelo, da Grant e Hiddink. Rosa ricca (senza Drogba per i primi tre turni dopo la sceneggiata post semifinale di Champions dell'anno scorso andata in diretta tv) ma al momento non rinforzabile per il divieto imposto dalla Fifa di operare nuovi acquisti. Il Manchester United, finalista nelle ultime due edizioni, pare meno competitivo dopo la cessione di Cristiano Ronaldo. Le altre inglesi, Liverpool e Arsenal, sono avversari rognosi ma per loro è difficile arrivare al traguardo.
E le italiane? Occhi puntati soprattutto su Inter e Juventus: i nerazzurri hanno l'ossessione Champions che non vincono dal 1965, ma gli arrivi di Eto'o, Milito, Lucio e Sneijder hanno rafforzato l'organico di Mourinho e il girone di qualificazione, Barcellona a parte, non sembra particolarmente impegnativo tra la Dinamo Kiev di Shevchenko e il quasi sconosciuto Rubin Kazan, campione russo ed esordiente nel massimo torneo continentale; i bianconeri si affidano all'asse brasiliano Felipe Melo-Diego (ma quest'ultimo salterà il debutto interno con il Bordeaux per un affaticamento muscolare) e ha una rosa sicuramente più competitiva dell'anno scorso. Incognite? Ciro Ferrara è un debuttante sulla panchina e il girone (con il Bayern Monaco di Toni e Ribery e i francesi allenati dall'ex difensore centrale di Napoli, Inter e della nazionale transalpina Laurent Blanc) non è facilissimo fatta eccezione per gli israeliani del Maccabi Haifa, che pure sette anni fa in Champions batterono il Manchester per 3-0.
Il Milan é il club italiano con la maggiore vocazione europea, ma vanta un deficit di competitività figlio di errori e ritardi nella programmazione anche se nei grandi appuntamenti continentali difficilmente fallisce. Il primo ostacolo al «Velodrome» con l'Olympique Marsiglia dell'ex tecnico della Juve Didier Deschamps, è già insidioso; poi ci sarà il Real stellare dell'ex Kakà e il più abbordabile Zurigo. Infine la Fiorentina, alle prese con i malumori della tifoseria e al «distacco» evidente dei Della Valle, il cui obiettivo primario è di superare almeno il primo turno: il primo ostacolo è la trasferta di Lione, la squadra che eliminò i viola l'anno scorso e che contenderà ai viola un posto per gli ottavi (il Liverpool sembra una spanna sopra, le «matricole» ungheresi del Debrecen - che giocheranno a Budapest - l'anello debole del gruppo).
Guardando gli altri gironi, il G sembra il più equilibrato: i tedeschi dello Stoccarda, gli spagnoli del Siviglia e gli scozzesi Rangers Glasgow si contendono due posti e i romeni dell'Unirea Urziceni (che nel 2003 erano ancora in serie C) allenati dall'ex difensore esterno del Foggia di Zeman Dan Petrescu sembrano la vittima sacrificale.
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