«Dalla parte della gente, concretamente»

Il vicepresidente del consiglio comunale chiuderà in piazza la campagna elettorale: «Una festa popolare»

Emanuela Ronzitti

A una settimana dal voto, i candidati in lista alle prossime elezioni comunali si preparano per la volata finale. Un valzer adrenalinico, fatto di incontri, cene e comizi elettorali per tentare di strappare anche un ultimo consenso all’avversario politico. Una settimana di passione, fino a venerdì prossimo, giorno in cui scenderà il sipario sulla politica in attesa del match finale che si giocherà a urne aperte. Una sfida decisiva, che attende anche il vicepresidente del consiglio comunale di Roma Fabio Sabbatani Schiuma.
Schiuma anche lei, come i suoi avversari politici, si sta preparando per affrontare gli ultimi giorni di fuoco. Come chiuderà la sua terza tornata elettorale al Campidoglio?
«Ho deciso di chiudere in piazza. Esattamente, il 23 maggio alle ore 19, il mio tour elettorale si concluderà in piazza Adriana, un luogo suggestivo e simbolo di quella romanità oramai umiliata dalla disarmonica presenza di opere strampalate come l’Ara Pacis. È in piazza che la politica torna in vita, tra la gente. La serata di martedì, alla quale prenderà parte anche Francesco Storace, sarà una grande festa popolare arricchita anche da un concerto in omaggio a Lucio Battisti, che grazie alla mia proposta ha ottenuto lo scorso anno il riconoscimento di una strada intitolata a suo nome».
Rispetto ai suoi avversari politici, la sua campagna elettorale è stata davvero sui generis.
«La mia campagna è stata concreta. Sono andato ad incontrare la gente di casa in casa, porta a porta compreso ogni sabato pomeriggio nella mia abitazione, solo così ho potuto toccare con mano i veri disagi dei cittadini. Mi sono messo sempre dalla parte della gente e la prova arriva dal numero del mio cellulare stampato su tutti i miei bigliettini elettorali. È disponibile e lo è stato sempre, per tutti. Non l’ho mai cambiato in sette anni e non cambierà».
I muri della città sono tappezzati di manifesti elettorali, ma né il suo nome e né il suo volto non sono mai apparsi. Come mai?
«Anche questo è un segno di cambiamento. Sono orgoglioso di non aver imbrattato con un solo mio manifesto i muri della città e di essermi tirato fuori dalla folle corsa all’affissione. Ho preferito mostrare la mia faccia alla gente, dal vivo e ascoltarla».
I cittadini cosa lamentano di più?
«La gente non vuole parole contro Veltroni, vuole sapere qual è il programma della destra a Roma, vuole concretezza e non propaganda».
Riassumendo: quali sono state le tappe più significative del suo tour elettorale?
«Le mie visite al santuario del Divino Amore, gli incontro in zone disagiate come La Storta, il Laurentino 38 e il Tiburtino Terzo. I ripetuti incontri organizzati da cari amici nelle loro case, in particolare nel XV municipio da Di Paolo e nel IV municipio da Bruno Putrella».


Un’ultima battuta sul suo bagno «Schiuma» anti Veltroni.
«Ai soliti gadget ho preferito regalare bustine di bagnoschiuma, per una politica più pulita, più limpida. Ho giocato sul nome, ma se mi fossi chiamato “diamante” non me lo sarei potuto permettere».

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