Determinante è stata l’assenza in assemblea della principale associazione di dipendenti-azionisti: solo così, con questa sorta di assenza-assenso costato nelle ultime settimane una fitta tessitura diplomatica, i soci della Banca Popolare di Milano hanno potuto approvare a larghissima maggioranza la nuova governance richiesta dalla Banca d’Italia. Secondo il presidente, Roberto Mazzotta, le tensioni interne sono finite e ora si deve guardare avanti «lavorando insieme» perchè i tempi sono difficili. E anche se «la banca è solida patrimonialmente» entro l’anno sarà presentata un’azione di «contenimento dei costi».
I contrasti fra le fazioni interne, da sempre freno a uno degli istituti di credito più solidi (ma più sindacalizzati) d’Italia, sono così, almeno sul fronte della governance «elementi del passato» assicura il presidente, che in vista dell’elezione dei vertici a primavera si dice disponibile a ricandidarsi purchè vi sia «unità».
Con l’opposizione riunita nella Fabi-Fiba (che si è confermata prima forza nelle recenti elezioni dell’Associazioni Amici, l’organo che esprime la maggioranza del cda) «da lunedì si torna quindi a lavorare» per il bene comune, nonostante questa abbia disertato l’assemblea. La Fabi-Fiba era stata critica sulle scelte di Mazzotta in questi ultimi anni facendo saltare le aggregazioni con Bper e Unipol e provocando l’uscita del direttore generale Fabrizio Viola. Una situazione che aveva provocato l’intervento di Banca d’Italia e l’adozione di un nuovo statuto che regolamenta (secondo alcuni limita fortemente), il potere dei dipendenti-soci. È prevista una riduzione dei consiglieri da 20 a 16, un maggior peso delle minoranze e degli amministratori indipendenti in consiglio, la modifica dei quorum assembleari e funzioni più definite per il direttore generale. Non vengono toccate né la forma cooperativa né il voto capitario.
All’assemblea hanno espresso parere favorevole con una breve nota letta dal presidente le altre rappresentanze dei dipendenti-soci, mentre l’associazione Bpm 360 gradi (patrocinata dal fondo Amber) per voce del suo direttore finanziario Carla Vidra ha appoggiato le modifiche chiedendo però che i cambiamenti «siano sostanziali». Su 2.500 soci presenti, 2.255 sono stati i voti a favore, 11 contrari e 3 astenuti. Il direttore generale, Fiorenzo Dalu, al termine dell’assemblea ha detto che entro fine anno il consiglio analizzerà il piano sul contenimento dei costi, una priorità dopo il riassetto del risparmio gestito (Bpm è uno degli istituti con i più elevati indici di costi dell’intero sistema).
PStef
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