Nuova fumata nera su Opel, la telenovela continua. Anche ieri nessuna svolta, dunque, sul futuro della casa automobilistica tedesca. Il consiglio di amministrazione di General Motors, come era prevedibile, non ha assunto alcuna decisione in proposito. Sembra che Detroit pretenda ora dalla Germania maggiori informazioni sui pacchetti di salvataggio che Berlino sarebbe pronta a mettere sul tavolo sia nel caso la scelta ricadesse su Magna sia nel caso in cui a essere scelta fosse Rhj International. Gm, in proposito, avrebbe ricevuto da Berlino solo il prospetto del piano di aiuti per Magna. Le due offerte non sono molto divergenti: Magna e Sberbank puntano a rilevare il 55% di Opel, lasciando il 10% ai dipendenti e il 35% a Gm; mentre Rhj International mira al 50,1% della nuova Opel con Gm al 39,9% e i dipendenti sempre al 10%. La vicenda Opel rimane quindi ancora aperta ed è sempre più probabile che una schiarita avvenga a ridosso delle elezioni politiche in Germania del prossimo 27 settembre.
Il ministro dell'Economia tedesco, Karl-Theodore zu Guttenberg, in un'intervista al Financial Times Deutschland ha spiegato che, a suo avviso, si potrà «celebrare il salvataggio della Opel nel momento in cui la società si sarà realmente ristabilita come impresa competitiva sui mercati mondiali». E questo non avverrà «nelle prossime settimane o mesi».
La cancelliera Angela Merkel, dal canto suo, ha più volte ribadito la propria preferenza per Magna, soprattutto perchè l'offerta salverebbe un maggior numero di posti di lavoro, fattore determinante in vista della tornata elettorale. Al momento sembra dunque favorita la cordata Magna, ma restano da superare i timori del cda di Gm sul fatto che se vincerà il fornitore austro-canadese parte della tecnologia americana finirà in mano russa (il partner forte di Magna è il colosso bancario moscovita Sberbank).
Pasticcio Opel, da Gm ancora nessuna decisione
Ieri il cda della casa-madre di Detroit si è concluso con una nuova fumata nera. Gli americani chiedono al Governo tedesco maggiore chiarezza sugli aiuti finanziari previsti. Sempre più probabile una svolta a ridosso delle elezioni di fine settembre
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