Patente, fino a 2500 euro di multa se non si «fa la spia» su chi guidava

Eleonora Barbieri

da Milano

La sanatoria sulla patente a punti ci sarà. Ma nel testo del decreto legge, presentato ieri in pre-Consiglio dei ministri, comparirà anche un severo inasprimento delle sanzioni pecuniarie per chi non fornisca i dati del conducente che ha commesso l’infrazione: si potrà arrivare a pagare fino a 2500 euro. Il provvedimento è stato anticipato ieri mattina a Palazzo Chigi nella riunione preliminare al Consiglio che si terrà dopodomani. Il testo contiene la sanatoria per i punti «decurtati» illegittimamente, come stabilito dalla sentenza della Corte costituzionale n. 27 del 24 gennaio 2005. Verranno quindi rimborsati i 357 euro supplementari comminati dal 4 febbraio scorso in poi e reintegrati i punti sulla patente. Ma chi, multato, non comunicherà il nome del trasgressore al volante, si troverà a sborsare una cifra molto più elevata. La futura normativa sulla patente comprenderà anche misure più severe per chi guida in stato di ebbrezza. Il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Mario Tassone ha precisato che, anche in questo caso, ci sarà un aumento delle pene pecuniarie per chi verrà beccato al volante ubriaco o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Multe più salate quindi, anche se, ha puntualizzato Tassone, «stiamo ancora valutando la somma».
Il decreto legge, ha specificato il viceministro, sarà emanato il prossimo agosto «a causa di un ingorgo di provvedimenti legislativi urgenti in Parlamento». Probabilmente il varo slitterà a fine mese perché «dobbiamo avere i 60 giorni di tempo necessari per la conversione in legge - ha spiegato Tassone -. Stiamo giocando sui tempi».
Anticipata invece la norma che proroga all’1 ottobre 2005 l’obbligo del patentino per i conducenti maggiorenni di ciclomotori che non abbiano il documento di guida. La disposizione verrà infatti estrapolata dal testo del decreto e discussa già nel Consiglio dei ministri di dopodomani.
Nel frattempo, la decisione del ministero ha già suscitato le prevedibili polemiche delle associazioni dei consumatori. Secondo Telefono blu la nuova disposizione è «anticostituzionale, oltre che essere totalmente sproporzionata all’evento, che prevede in origine una contravvenzione di dieci volte inferiore». Anzi, il presidente Pierre Orsoni ha invitato gli automobilisti a «continuare a presentare ricorsi quando non sia notificato il fermo». Sul piede di guerra anche l’Adusbef: il presidente Elio Lanutti ritiene che la nuova ordinanza sia «basata sulla delazione» e per questo, ha aggiunto, «sarà impugnata alla prima occasione dall’Adusbef davanti ai giudici di pace e portata alla Consulta». Per Anna Donati dei Verdi, invece, è «condivisibile la scelta del governo, ma occorre prevedere anche il fermo amministrativo». Sull’argomento è intervenuto lo stesso Tassone: «Avrei preferito che si optasse per una sanzione ancora più incisiva, tale da bloccare l’utilizzabilità del veicolo per le violazioni più gravi, ma - ha spiegato - non è stato possibile per ragioni di tipo tecnico, amministrativo e giuridico».
Secondo il viceministro, comunque, la nuova formulazione «conferma l’effetto preventivo e deterrente della patente a punti».

Una normativa che, secondo i dati forniti dal dipartimento dei Trasporti, negli ultimi 11 mesi ha portato a un’ulteriore riduzione degli incidenti del 7%. E tra pochi giorni partirà la sperimentazione dell’esame di guida elettronico: prime prove a Roma e Grosseto, poi, entro fine anno, i nuovi test arriveranno in tutta Italia.

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