Il patron di Logan: «Il successo? Due stilisti uomini e un ufficio stile solo di donne»

La scarpa sportiva che non si usa per lo sport

Il patron di Logan: «Il successo? Due stilisti uomini e un ufficio stile solo di donne»

Da oltre 20 anni il suo segno distintivo è la zeppa, che rende ogni scarpa super trendy e molto portabile, ma nel prossimo inverno di Logan vedremo anche molti tacchi. Mai banali, perché «riusciamo sempre a interpretare le tendenze con personalità e questa è la nostra carta vincente» spiega Giorgio D'Arcano, titolare dell'azienda fondata nel 2001. Ma dietro questo successo tutto italiano c'è anche il team (quasi) tutto al femminile dell'ufficio stile.
Le donne che disegnano per le donne, è questo il vostro segreto?
«L'uomo sceglie spesso dettagli e modelli che gli piacerebbe vedere addosso alle donne. Le donne invece disegnano scarpe belle ma funzionali, in piena linea con la nostra filosofia, e sono più pratiche perché sono loro a indossarle. Fino a qualche anno fa l'ufficio stile era composto prevalentemente da uomini, ora le donne sono in maggioranza, e si vede. I nostri due stilisti però sono uomini, c’è un confronto continuo fra loro e l’ufficio stile».
Per questo le vostre collezioni sono sempre più attente alle esigenze delle consumatrici?
«Sì, oggi le donne vogliono essere femminili e alla moda ma
indossando scarpe portabili, come quelle delle nuove linee. La "City style" pensa all'ufficio, è di gusto maschile con tacco 80 e lavorazione a sacchetto, che la rende comoda come un guanto; la "Casual style" propone pezzi semplici ed essenziali con zeppa 40 o 70; mentre nella "Party style" ad essere protagonista è il tacco stilizzato».
Un altro must è la sneaker con la zeppa, che voi avete lanciato prima degli altri.
«Sì, l'abbiamo fatto con la seconda linea Logan Crossing, che si basa su un ossimoro: una scarpa sportiva con cui non si può fare sport. Ha avuto successo perché è divertente e femminile».
Non solo Italia, c’è un programma di internazionalizzazione del brand...
«Siamo partiti dal Giappone dove stiamo ottenendo ottimi risultati. Ora guardiamo al resto dell'Asia, soprattutto a Hong Kong e Corea, con un occhio sempre aperto sulla Cina. L'altra via è quella della Russia e dell'ex Urss, dove siamo partiti lentamente, individuando i negozi di prestigio per posizionare al meglio il marchio. I rapporti diretti con i negozi sono la strada più lunga, ma vincente: per ora in Russia siamo presenti in una cinquantina di negozi e presto saremo all'Obuv di Mosca, fiera fondamentale per crescere».
E in Europa?
«Dopo il Micam, saremo al Gds di Dusseldorf: la Germania, dove siamo distribuiti in 40-50 negozi, è il mercato europeo più importante dopo l'Italia (dove Logan è venduta in oltre 400 multimarca): i tedeschi da sempre sono i più attenti al made in Italy, anche se però per loro l'estetica spesso passa in secondo piano: le donne tedesche guardano di più ai dettagli che rendono le scarpe comode, non sono come le italiane».


Ovvero?
«Attentissime all'estetica, d'altra parte la bellezza è nel nostro dna... Però oggi hanno capito che anche il comfort è fondamentale e noi riusciamo proprio a coniugare questi aspetti: moda, comodità e contemporaneità».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica