da Milano
Il divorzio tra la Marco Tronchetti Provera e la Hopa di Chicco Gnutti nel controllo di Telecom riserva qualche sorpresa. In particolare in quel codicillo della separazione che prevede un patto di prelazione a favore della Olimpia (controllata dalla Pirelli di Tronchetti e dai Benetton) sulle azioni che sono rimaste in tasca ai bresciani.
La separazione infatti ha riguardato (dopo un pagamento in contanti di 620 milioni) luscita di Hopa dallazionariato di Olimpia, che controlla il 18% di Telecom. Contemporaneamente i bresciani si sono portati a casa il 100% di Holinvest. Unaltra scatola finanziaria che in pancia ha più di 492 milioni di azioni Telecom, pari al 3,68%. Un bel pacchetto che Tronchetti non vuole che sfugga di mano. Ecco il diritto di prelazione. Che in realtà è esercitabile da Olimpia, ma solo su una parte del pacchetto e cioè sul 65%, pari a 320 milioni di azioni (2,4% di Telecom). Fin qui tutto noto. Daltronde la prelazione nasce dai vecchi accordi del febbraio del 2003 quando Tronchetti fece rientrare nella partita Gnutti&co.
Nel dettaglio del patto di prelazione si scopre però che il pacco di azioni Telecom di cui è titolare Holinvest è in realtà stato dato in pegno a Royal Bank of Scotland. La banca guidata in Italia da Alessandro Mitrovich - legato a Gnutti dai tempi in cui con Federico Imbert (Chase oggi JpMorgan) i bresciani davano la scalata a Telecom e mettevano su il salottino di via Zanardelli - ha erogato un finanziamento da 580 milioni. E non solo Mitrovich ha un «accordo di prelazione» su quei titoli datato 22 marzo 2004. Daltronde se Rbs non avesse a sua volta un patto di prelazione, potrebbe difficilmente escutere il pegno sulle azioni. Il patto dovrebbe però essere scaduto e dunque è in discussione una nuovo accordo, che Tronchetti esige che sia fatto alle condizioni precedenti. Insomma su questo pacco di azioni vi sono molti diritti incrociati.
Si tratta di una quota importante del capitale Telecom, pari ad una valorizzazione di Borsa superiore al miliardo. E soprattutto, è da qui che nasce la prudenza dei vertici Telecom: attraverso Holinvest si può cercare una posizione surrettizia di forza in Telecom non gradita agli attuali azionisti. È per questo motivo che nel patto di prelazione, che verrà reso pubblico oggi, vi è anche un accordo di «stand still».
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