Un vertice durato quasi tre ore con momenti ad altissima tensione quello ospitato ieri a Roma nella sede del ministero dell’Interno. Le premesse non erano delle migliori, con un Giuliano Amato disposto solo a generiche concessioni che rischiavano di essere, ancora una volta, promesse destinate a rimanere sulla carta. E, invece, l’ombra della manifestazione in programma a Milano lunedì prossimo, ha convinto gli altri sindaci delle grandi città a siglare un documento comune per far pressione sul governo. Tutti insieme, dunque, al fianco di Letizia Moratti che per prima ha lanciato l’allarme e messo il ministro con le spalle al muro. Sono «molto soddisfatta», ha così potuto dire il sindaco di Milano all’uscita dal Viminale. Spiegando come, soprattutto grazie a questo secondo «patto» stretto tra i primi cittadini, alle città arriveranno risorse finanziarie e nuove leggi «che permetteranno di combattere la criminalità e il degrado».
«Oggi - le parole della Moratti - abbiamo raggiunto alcuni risultati davvero importanti. Due su tutti: da unlato il documento dell’Anci che fa capo al sindaco di Firenze Leonardo Domenici e che, per così dire, traccia la cornice degli interventi possibili in tema di sicurezza, dall’altro un secondo documento che si affianca a quello dell’Anci e che impegna il governo e altri enti locali a trovare entro 60 giorni sia le risorse che le soluzioni normative adeguate ai problemi legati al degrado e alla violenza nelle realtà metropolitane ». Soldi, nuove norme, ma anche un «gruppo di lavoro» che comprende anche i sindaci di Roma e Milano per «mettere a punto un pacchetto di interventi possibili e immediatamente operativi». Sindaci, dunque, che diventano «superconsulenti » in grado di dare indicazioni concrete sui problemi riguardanti la sicurezza nelle loro città. Nello stesso tempo c’è l’impegno del governo a reperire le risorse necessarie affinché questi problemi possano essere affrontati in modo adeguato. Risultati importanti che, però, non convincono la Moratti a rinunciare alla fiaccolata.
«Ribadisco in modo convinto il mio appoggio alle richieste delle associazioni dei commercianti - le sue parole -. Ricordo che la mia posizione vuole essere una sollecitazione di tipo istituzionale alle altre istituzioni. Coloro che mi accusano di voler trasformare la fiaccolata del 26 in una manifestazione politica di partito sbagliano. Da parte mia non c’è la minima strumentalizzazione. Semmai intendiamo ancora una volta ribadire che il problema sicurezza esiste, che è sentito e che è da luglio che sollecitiamo le diverse istituzioni affinché lo si affronti. Ora posso dire che, finalmente, qualcosa si è mosso». Affermazioni ritenute insufficienti dal Coordinamento dei comitati, dalla Rete e dai Comitati inquilini che annunciano ufficialmente, sempre per il pomeriggio di lunedì, una mobilitazione alternativa. «Non aderiamo alla mobilitazione che raccoglie l’appello del sindaco perché, anche senza volerlo, quella iniziativa rischia di dividere e non di unire», attacca il presidente del coordinamento Salvatore Crapanzano. «Letizia Moratti non è più il sindaco di tutti i milanesi», tuona il capogruppo dell’Ulivo Marilena Adamo. Appoggio al sindaco arriva, invece, da Alda Merini che proprio oggi compie 76 anni.
«È una gran bella donna ed è anche una donna di polso - ha detto la poetessa ieri sera ospite di Piero Chiambretti alla trasmissione tivù Markette -. Se fa bene a organizzare una manifestazione per la sicurezza? Ce n’è un gran bisogno in questa città, le persone sono molto insicure e fragili».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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