RomaLa «fatwa» contro il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, come la chiama il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, è partita ieri nellaula di Montecitorio con lintervento di Giovanna Melandri. È stata lesponente del Pd la portavoce della prima mozione di sfiducia contro il ministro. A seguire, la presentazione della sfiducia del terzo polo, ma quella che doveva essere la settimana decisiva del caso Bondi potrebbe essere solo un antipasto di polemiche. Il voto potrebbe arrivare infatti soltanto a partire da lunedì prossimo. Il motivo: alcuni deputati, di Pdl, Noi Sud e Udc si assenteranno alcuni giorni per partecipare alla riunione del Consiglio dEuropa in cui si voteranno le mozioni contro le persecuzioni dei cristiani. È stato il partito di Casini a chiedere a Fini di rinviare il verdetto dellassemblea della Camera. Oggi la questione sarà discussa in sede di conferenza dei capigruppo.
Oltre alla ovvia contrarietà alle mozioni, il Pdl si oppone anche al rinvio del voto: «Personalmente sono contrario - ha fatto sapere ieri il capogruppo Fabrizio Cicchitto -. Rimane ferma la netta contrarietà a questa mozione ad personam, che rientra in una logica di personalizzazione e demonizzazione dello scontro». Per ora dal ministero di Bondi arrivano solo smentite alle ipotesi di dimissioni: non lascerà «né prima né durante né dopo la discussione delle mozioni - ha chiarito ieri il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro -. Il ministro affronterà laula consapevole di aver fatto il suo dovere».
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