Roma - Era stato uno dei primi a lanciare la proposta. Ora Gianfranco Fini, da presidente della Camera, si vede "spronare" dal leader del Pd Walter Veltroni ad affrontare quanto prima in parlamento il tema del voto agli immigrati annunciando che sarà primo firmatario di una proposta di legge su questo argomento. Diritto di voto agli stranieri per l'elezione delle amministrazioni locali, diritto di candidarsi. "La questione, sulla quale lei stesso qualche tempo fa dimostrò sensibilità e apertura, è quella del diritto di voto nelle elezioni amministrative e nelle altre elezioni locali a tutti coloro che sono residenti in Italia da un certo numero di anni, anche se non in possesso della cittadinanza italiana".
Leggi e integrazione "A questo proposito nei prossimi giorni sarò primo firmatario di una proposta di legge costituzionale. Le chiedo fin d`ora, con questa mia lettera, di adoperarsi per consentire la sua più ampia discussione da parte della Camera dei deputati e di accelerarne quanto più possibile l'iter" prosegue Veltroni. "La politica - secondo il leader del Pd - ha una grande responsabilità, e deve fare estrema attenzione, respingendo il rischio dell'egoismo sociale e rispondendo a domande non più rinviabili: come garantire, insieme, accoglienza e legalità, integrazione sociale e sicurezza; come costruire comunità inclusive, dove ogni individuo che qui è nato o che qui vive e lavora da anni sia un soggetto riconosciuto in quanto possiede dei diritti e dei doveri; come evitare che nelle nostre città si creino, nel segno della paura, dei luoghi separati e non accessibili". Veltroni, nella lettera a Fini, spiega inoltre che "al rigore con cui contrastare l`immigrazione clandestina e perseguire chi compie reati che privano i cittadini del loro fondamentale diritto alla sicurezza e alla serenità, si deve accompagnare, sempre, la ricerca e la promozione dell'integrazione".
Di Pietro: "Niente annunci" Antonio Di Pietro gela l’iniziativa di Walter Veltroni a favore del voto agli immigrati. "Veltroni - dice il leader Idv - non si metta a fare annunci anzi tempo e fuori tempo. È inutile scrivere al presidente della Camera di mettere all’ordine del giorno una proposta di legge che non è stata ancora presentata e dei cui contenuti non conosciamo né capo né coda. L’estate è finita - aggiunge Di Pietro che non entra nel merito del provvedimento - e la politica degli annunci lasciamola a Berlusconi".
Bocchino: "Prima le regole, poi i diritti" Prima regole severe sull’ingresso in Italia e sull’acquisizione della cittadinanza, e dopo si devono prevedere per gli immigrati "che rispettano regole e doveri degli italiani" anche "gli stessi diritti". Italo Bocchino, vice presidente dei deputati della Pdl, commenta così la lettera di Veltroni. Bocchino risponde da Hiroshima: "Prima di utilizzare un argomento del genere come oggetto di scontro politico - è il ragionamento di Bocchino - il parlamento deve affrontare nel suo complesso la questione immigrazione a partire da come si entra in Italia e da come si acquista la cittadinanza. Ma a quel punto - riconosce - dobbiamo anche prevedere come un soggetto che viene in Italia e che rispetta regole e doveri previsti per gli italiani, debba avere uguali diritti nell’ambito di un clima di massima accoglienza possibile". Difficile però, per Bocchino, che la questione possa essere affrontata rapidamente: "Non mi sembra una cosa che si possa discutere domani mattina... Serve tempo".
La Lega: "Proposta fuori dal mondo" "È una proposta fuori dal mondo che solo il segretario di un partito da museo delle cere poteva pensare. Un partito dovrebbe cogliere gli umori dei cittadini e non mi pare proprio che questa sia da considerare una priorità". Così il leghista, Luciano Dussin, capogruppo del Carroccio in commissione Affari Costituzionali alla Camera, commenta l’annuncio da parte del leader del Pd. Dussin ribadisce che il suo partito "è da sempre contrario" a proposte come questa. "Noi - osserva - siamo convinti che la normativa che c’è già vada bene per cui dopo 10 anni un immigrato che è nel nostro Paese fa domanda di cittadinanza e dopo che l’ha ottenuta vota. La Costituzione vieta qualsiasi altra forma di partecipazione alle consultazioni".
Gasparri: "La Costituzione non si tocca" "Votano i cittadini italiani sia alle politiche che alle amministrative. La Costituzione è chiara e non va modificata". Questa la linea del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri. "La solidarietà agli immigrati in Italia è forte. Ne accogliamo milioni e anche in questi mesi le ragioni umanitarie sono state sempre ben presenti accanto alle esigenze di legalità.
Per quanto riguarda il diritto di voto - avverte - è ovvio che non ci sono in parlamento numeri e condizioni per un cambiamento della Costituzione, al quale sono peraltro sempre stato contrario ogni qual volta il tema è stato affrontato. Chi resta più di dieci anni in Italia può fare domanda e se diventa cittadino ha pienezza di diritti. La solidarietà non ha nulla a che vedere con il voto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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